Se non paghi i debiti, vieni arrestato? Cosa c’è da sapere

Ecco cosa prevede l’ordinamento, quando la denuncia sulle liste “nere” a carico di un inadempiente non bastano più. Vediamo in dettaglio

Se non paghi i debiti, vieni arrestato? Cosa c'è da sapere
Inadempimenti (Foto Adobe)

In prossimità delle vacanze, l’agenda fiscale presentava, tra le sue scadenze, una di carattere straordinario, la seconda in ordine di tempo: stiamo parlando della seconda tranche della cosiddetta Rottamazione-ter delle cartelle esattoriali, ovverosia quella misura che sta comportando il saldo degli addebiti erariali appartenenti agli anni 2020-2021-2022. Al 31 luglio 2022, appunto, è scaduto il termine per il pagamento delle somme relative al 2021.

Il provvedimento, la cui ultima tranche, quella relativa agli arretrati dell’anno in corso, scade a fine novembre prossimo, ha voluto semplificare progressivamente il rientro delle somme esigibili dallo Stato, dopo la sospensione fiscale dovuta all’emergenza sanitaria. Si è essenzialmente basato sui vantaggi di un piano di scoutistica delle fatture; in primis, però, è la rateizzazione a sedare dai debiti nel loro complesso.

Inadempienza, in quali casi la legge prevede l’arresto

Se non paghi i debiti, vieni arrestato? Cosa c'è da sapere
Inadempimenti (Foto Adobe)

Non c’è dubbio, finora non sono pochi i contribuenti alle prese con tasse e imposte arretrate, oppure titolari di verbali o contenziosi da dipanare. Non è soltanto lo Stato, in ogni caso, ad esigere delle somme arretrate nei confronti di cittadini, talvolta, ostinatamente inadempienti; diversamente, ci sono realtà private, quali imprese o singoli professionisti a chiedere la riscossione degli importi relativi a servizi erogati.

A garanzia del creditore, le procedure giudiziali contribuiscono a sollecitare il pagatore tramite lo strumento dell’ingiunzione di pagamento, seguito eventualmente dall’atto di precetto, fino all’extrema ratio del pignoramento dei beni. Nel caso del pagamento di rate, che siano, ad esempio, legate al rimborso del prestito, l’inadempiente viene danneggiato, in un certo senso, anche nella sua “reputazione”.

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Il nominativo del “cattivo pagatore” entra infatti nel database a cui accedono le banche per scoprire se i loro clienti sono stati segnalati in precedenza per la loro inaffidabilità. Il CRIF è una delle banche dati di riferimento, in tal senso. L’esistenza di un credito invita opportunamente a pagare entro le scadenze di un eventuale piano agevolativo di rateizzazione; in mancanza del primo, occorre pagare quanto prima.

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Non esiste legge italiana – se non nel passato – che preveda prima o poi l’arresto dell’inadempiente; esistono però dei reati penali connessi con l’illecito civile del mancato pagamento del debito: mancato versamento del mantenimento dei figli; insolvenza fraudolenta; mancato pagamento delle imposte per evasione fiscale. Per il primo reato, vi è il carcere, ma solo se preceduto dalla querela; anche nella seconda casistica, ma solo se le imposte sottratte sono superiori a 50mila euro per IVA e IRPEF.

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