200 o 350 euro: chiarimenti sul Bonus Partita Iva

Le partite iva possono finalmente chiedere il bonus da 200 euro. In molti si chiedono cosa succede con il secondo sostegno

Bonus 150 euro governo Draghi: di cosa si tratta e a chi spetta
Bonus 150 euro (Foto Pixabay)

L’inflazione pesa come un macigno sui redditi bassi e medio bassi. Nell’ultimo mese è stato sfiorato il 10%. Le istituzioni non sono riuscite ancora ad arginare il fenomeno finanziario che mette in crisi tanti cittadini e rischia di frenare i consumi. Intanto il governo Draghi è intervenuto con un ultimo provvedimento prima del passaggio di consegne.

E’ stato approvato, infatti, il decreto Aiuti-ter che, tra i diversi strumenti a sostegno dei cittadini, ha fissato un nuovo bonus una tantum per fronteggiare gli aumenti dei prezzi. Si tratta del bonus da 150 euro che sarà erogato, però ad una platea più bassa numericamente rispetto al primo bonus.

Bonus autonomi, arriva il doppio contributo

bonus soldi
bonus soldi (Foto Unsplash)

Infatti, l’aiuto arriverà per coloro che non superano il reddito di 20.000 euro. Il tutto accade, poi mentre gli autonomi con partita iva stanno appena presentando le domande del bonus da 200 euro in queste giornate. In molti si chiedono se riceveranno entrambi i bonus nel rispetto del limite reddituale.

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Coloro che non superano i 20.000 euro riceveranno direttamente il bonus del valore di 350 euro evitando di avere due contributi distinti in momenti diversi. Infatti, all’articolo 20 del dl 144/2022, si legge che: “L’indennità una tantum prevista dal decreto di cui all’articolo 33 del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50 convertito, con modificazioni, con la legge 15 luglio 2022, n. 91 è incrementata di 150 € a condizione che, nel periodo d’imposta 2021, abbiano percepito un reddito complessivo non superiore a 20.000 € e conseguentemente il limite di spesa di cui al comma 1 dello stesso articolo 33 è incrementato di 412,5 milioni di euro per l’anno 2022″. 

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E’ importante, però, fare attenzione evitando di inoltrare la domanda all’ente sbagliato. Infatti si specifica presso le casse di previdenza degli ordini professionali che la richiesta va fatta a queste casse soltanto se il professionista è iscritto unicamente alla cassa privata e non anche ad una qualsiasi delle casse di previdenza dell’Inps. In questo ultimo caso, la domanda va inoltrata comunque all’Inps.

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