Reddito di Cittadinanza: queste persone ora rischiano davvero

Sotto esame questa fascia di percettori, dove l’ambiguità dello status consente di conseguire in automatico il sussidio. Cosa sta succedendo

Reddito di Cittadinanza, chi rischia con i controlli
Giorgia Meloni (Foto Ansa)

In una modalità inconsueta, è avvenuto tutto molto in fretta: un giorno di consultazioni per definire la squadra di governo, il giorno dopo il giuramento della squadra di ministri davanti al Presidente della Repubblica, e il giorno dopo ancora, il passaggio del tradizionale campanellino dal dimissionario Mario Draghi alla neopremier Giorgia Meloni. Per la prima donna alla poltrona più alta di Palazzo Chigi, il lavoro inizia immediatamente.

La crisi energetica che attraversa l’Europa e che trova nell’Italia il suo più drammatico terminale a sud, oltre al virulento incremento senza soste dell’inflazione, richiama l’attenzione nel fornire risposte urgenti a questioni urgentissime: dalla riforma pensionistica per scongiurare il ritorno della Legge Fornero dal 1° gennaio 2023, al futuro dell’Assegno Unico e del Reddito di Cittadinanza. Senza dimenticare una certa (e ineludibile) continuità nella politica di sostegno alle fasce più esposte alle carenze economiche che si stanno creando.

Reddito di Cittadinanza, cosa dovranno accertare i controlli su questi soggetti

Reddito di Cittadinanza, chi rischia con i controlli
INPS (Foto Adobe)

A partire dalla campagna elettorale, Giorgia Meloni e il suo partito, Fratelli d’Italia, hanno posto l’accento su una potenziale abolizione del Reddito di Cittadinanza, la misura economica in vigore dal 2019 per contrastare le situazioni di povertà e reinserire il lavoratore in un percorso professionale e sociale. Il cambio di rotta sulle scelte del governo di aiuti economici è giustificato, d’altro canto, dalla pressione che le casse statali stanno subendo nel dover erogare tanto le misure ordinare (pensioni, indennità) quanto quelle straordinarie (bonus, sussidi).

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Da ciò, la rimostranza nei confronti del RdC ha cercato di dimostrare l’incoerenza del patto sociale tra il lavoratore e i Centri per l’Impiego, al fine di accedere all’assegno mensile (se l’ISEE è inferiore a 9.360 euro), con il reale soccorso verso i più bisognosi. Per la neonata forza di governo, i beneficiari della misura non dovrebbero essere rappresentati da quelli attuali, ma da chi ne ha realmente bisogno, come i fragili, inabili al lavoro, over 60enni e disabili (specialmente se questi ultimi sono a carico di anziani).

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Sono dunque stati attivati i controlli da parte dell’INPS nei confronti dei percettori del Reddito. Data l’ampia platea di beneficiari, si è deciso di focalizzarsi su un campione ben preciso, e al tempo stesso, alquanto rappresentativo. Si tratta dei percettori over 26; essi, per accedere al contributo, devono “uscire” dallo stato di famiglia e dal nucleo familiare. Per fare ciò non basta andare a vivere autonomamente altrove. L’Istituto vuole così accertare che i giovani beneficiari vivano effettivamente da soli e che il ricevimento dell’assegno mensile avvenga sulla base dell’ISEE relativo al nuovo nucleo familiare.

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