Vivi in affitto? Possibile brutta sorpresa a gennaio

A partire dal prossimo anno un poderoso rincaro cadrà sui canoni di locazione degli cittadini già colpiti dalle utenze. Cosa accadrà

affitto salasso a gennaio
Affitto casa (Foto Adobe)

L’aumento dei prezzi sui beni di consumo (senza lasciare indenni i beni essenziali) rappresenta la conseguenza più diffusa a macchia d’olio dell’odierna crisi energetica che ha colpito l’Europa. I consumatori, in qualità di singoli cittadini o con famiglie a carico, si ritrovano, presso negozi e supermercati, a confrontarsi con un generalizzato costo della vita  senza precedenti.

Parimenti al primo effetto dell’escalation di febbraio, ovverosia l’inclemente dei prezzi del carburante, così come la speculazione dei mercati ha posto la mano sui listini del greggio, la medesima azione non si fa attendere sui costi esorbitanti delle voci relativamente alle bollette delle utenze di luce e gas. Pertanto, le criticità che hanno colpito le riserve europee di gas hanno finito oggi per produrre l’ultima dell’ultraventennale ciclo di crisi economiche.

Vivi in affitto? A gennaio il canone potrebbe aumentare e di molto

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Affitto casa (Foto Adobe)

Il calo del potere di acquisto dei cittadini e la riduzione della capacità di risparmio delle famiglie costituiscono le odierne conseguenze al dettaglio. In realtà, il contributo dell’inflazione, esordita come fattore di crescita con la ripresa postemergenziale da Covid, si è trasformato nella nota corsa galoppante a due cifre percentuali. Ciò è stato recepito dalla Banca Centrale Europea, la quale ha operato un rialzo dei tassi d’interesse.

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Per effetto domino, dopo la tregua di primavera ed estate, a settembre è stata vanificata la convenienza dell’indice Eurirs, per i mutui fissi, sull’Euribor dei mutui a tasso variabile. Dunque molti giovani (e non solo) potenziali acquirenti hanno rinunciato al progetto dell’acquisto di una casa, e ancor prima all’ambiziosa richiesta di un finanziamento bancario per ingrossare le classiche di ascesa degli affitti.

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Ma a gennaio 2023 anche i canoni di locazione saranno toccati dall’inflazione, che si tratti dei contratti 3+2 o contratti concordati. Il rischio di un vero e proprio salasso per i locatari è alto poiché nulla osta al proprietario – in assenza di clausole contrattuali – di aumentare il canone di affitto di circa il 6 per cento. Diversamente, in presenza di cedolare secca, il rialzo del canone annuo non è dovuto se non contrattualizzato.

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