Rischi la beffa se hai una pensione da 2.000€ | Il motivo

Non tutti i pensionati avranno gli aumenti sull’assegno: a rischiare sono coloro che prendono 2mila euro: ecco perché

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rivalutazione pensioni (Foto Adobe)

A partire dal mese di ottobre che i pensionati italiani stanno avendo degli aumenti sull’assegno pensionistico. Tali aumenti sono dovuti alla perequazione, ovvero all’adeguamento delle pensioni all’inflazione, e al conguaglio; inoltre l’assegno di novembre è stato più sostanzioso anche per merito del bonus da 150 euro una tantum.

Per quanto riguarda la perequazione, generalmente l’adeguamento parte nel corso del primo mese dell’anno nuovo, quindi a gennaio, ma visti vari rincari che gli italiani stanno affrontando, è stata anticipata ad ottobre. Stesso discorso per quanto riguarda il conguaglio mentre il bonus da 150 euro è stato l’ultimo atto del governo Draghi.

Pensioni, rischio beffa che chi prende 2mila euro

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rivalutazione pensioni (Foto Adobe)

Non tutti i pensionati, però, potrebbero vedere la loro pensione aumentare, anzi. La rivalutazione delle pensioni che superano le 2mila euro potrebbe essere inferiore a quanto preannunciato. Questo perché i fondi che in un primo momento erano destinate a questi pensionati sono stati “dirottati” dal governo Meloni per finanziare la nuova Quota 103.

Con Quota 103 si potrà lasciare il mondo del lavoro a 62 anni con 41 anni di contributi e interesserebbe 48mila lavoratori per una spesa di 750 milioni di euro. Questa notizia ha già suscitato critiche da parte dei sindacati secondo cui l’unico modo per preservare il potere d’acquisto dei sindacati è aumentare gli assegni pensionistici.

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Il Ministro dell’Economia Giorgetti è però stato chiaro: le voci di spesa diverse dal caro bollette devono trovare finanziamento all’interno degli stessi capitoli. Il governo starebbe quindi valutando, secondo il quotidiano Il Messaggero, una rivalutazione del 50% degli aumenti dei trattamenti che superano di quattro o cinque volte il minimo, vale a dire gli assegni che superano i 2.100 o 2.600 euro lordi mensili.

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Fino a questo momento, per i trattamenti pensionistici compresi tra 4 e 5 volte il minimo è prevista una rivalutazione al 90% e al 75%. Le pensioni sopra la soglia di 5 volte il minimo, potrebbero ora scendere al 50%. Per la Uil una manovra del genere sarebbe davvero un pessimo inizio da parte del governo Meloni dal momento che la rivalutazione delle pensioni è una delle poche armi per conservare nel tempo il potere d’acquisto dei pensionati, oggi indispensabile, con la crescita galoppante dei costi dell’energia e dei beni di prima necessità.

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