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Pensioni

Bonus in busta paga se ritardi la pensione | Cifre e dettagli

Se una persona vuol continuare a lavorare oltre l’età pensionabile, quanto avrà di bonus nella busta paga? Andiamo a scoprirlo

Pensionato lavoratore-(Foto Adobe)

Ci sono persone, che non vogliono “invecchiare” chiedono di essere sempre disponibili, per voler lavorare ed essere utili alla società. Vediamo soggetti che non si stancano che danno anche un esempio ai giovani, che ci mettono un po’ di tempo per trovare un impiego dopo aver terminato i propri studi. 

Ma cosa succede ad un over 60 che continua a lavorare prima di ottenere la pensione? Avrà bonus? Maggiori entrate economiche? A quanto pare ci sarà un riconoscimento, per il maggior impegno verso lo Stato ed anche per se stesso, che ha impegnato il suo fisico per un lavoro.

Quanto guadagna un pensionato che lavora?

Aumento bonus-(Foto Adobe)

Dopo la conferma della Legge di Bilancio, di qualche giorno fa, un cittadino, che continua a lavorare, avrà in busta paga i contributi che il proprio datore di lavoro versa normalmente all’INPS nella misura del 9% circa e anche quelli sull’impresa, ossia il 24% circa. Non male, vista la difficile situazione economica italiana.

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Da come evidenzia l’articolo 54 della Manovra, ossia Incentivi al trattamento in servizio dei lavoratori, un impiegato, otterrà un super bonus del 33%. Per chi ha redditi fino a 45 mila euro, ci saranno aumenti che varieranno da 226 a 711 euro. Ricordiamo che è una scelta soggettiva, quella di continuare a lavorare per un pensionato.

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Attraverso uno schema presentato dall’INPS, ci sono cifre che si ricevono in relazione all’età pensionistica:

  • 283 euro netti al mese se il suo stipendio lordo è di 15mila
  • 330 euro al mese se il reddito è di 18 mila euro lordi
  • 403 euro se il reddito è di 22 mila euro lordi
  • 474 euro se lo reddito è di 30 mila euro lordi
  • 553 euro se il reddito è di 35 mila euro lordi
  • 632 euro se il reddito è tra 40 e 45 mila euro lordi

Bisogna ricordare però che, in queste situazioni, un lavoratore rischia di ottenere anche la Quota 103. Ossia “pensione anticipata flessibile” e sarà valida per il solo 2023 di andare in pensione con 41 anni di contributi unitamente a 62 anni di età anagrafica a tutti i lavoratori assicurati presso l’INPS-

La quota 103 prevede una “penalizzazione”. Ovvero un limite alla pensione lorda erogabile fissato a 2.625 euro. Quindi, tra i 62 e i 67 anni (età necessaria per la pensione di vecchiaia) chi sceglie Quota 103 dovrà rinunciare a un trattamento superiore a 5 volte l’assegno minimo. Bisognerà attendere l’età dei 67 per ottenere la pensione di vecchiaia.

Pubblicato da
Francesco Moscato