Avviso INPS | Cosa succede se prendi oltre 2.000€ di pensione

Dal 1° gennaio 2023 se si percepisce un rateo mensile superiore a questo importo si troverà una sopresa sul cedolino. Ecco quale

quanto pensione con duemila euro
Pensione INPS (Foto Adobe – adobe.com)

Diventa sempre più spedita la chiusura dell’anno, mentre la corsa dei regali si può sostanzialmente ritenere conclusa. Al di là degli esiti che la maratona degli acquisti presenterà sotto l’albero nella notte di Natale, questi ultimi giorni stanno accompagnando un fine d’anno del tutto particolare, preceduto da almeno dieci mesi di eventi tutt’altro che positivi per le società europee e i singoli cittadini. 

Soltanto un passaggio meramente temporale attraverserà la crisi interazionale e dell’energia che ha colpito l’Europa; e molti contesti familiari continueranno a pagare gli strascichi di una decadenza economica acuita da un’inarrestabile inflazione. Un po’ a testimonianza di tutto ciò occorre rilevare l’esaurirsi – per questa annualità – delle misure emergenziali disposte dagli ultimi esecutivi sulla scorta del caro bollette. 

Avviso INPS, oltre i duemila euro lordo, l’aumento partirà con qualche ritardo

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Pensione INPS (Foto Adobe – adobe.com)

L’ultima manovra di bilancio che si sta apprestando a convertirsi in legge dopo il voto di fiducia in Parlamento, ha individuato proprio nelle fasce economicamente più deboli, i soggetti maggiormente investiti dalla crisi, in famiglie e singoli pensionati dal basso reddito. Da qui sono sorti due filoni di intervento quali: la proroga di sei mesi sul distacco delle utenze, garantendo un inverno nel caldo delle proprie abitazioni; l’innalzamento del tetto reddituale ISEE per beneficiare dei cosiddetti “bonus bollette”, con particolari vantaggi per le famiglie numerose.

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Di certo, i primi referenti a recepire gli effetti degli aiuti economici statali sono stati i percettori del trattamento pensionistico. I redditi più bassi hanno goduto per primi dei bonus economici a sostegno degli aumenti sui costi energetici, pari rispettivamente a 200 e a 150 euro, gli stessi di cui hanno avuto diritto soggetti inclusi tra i lavoratori dipendenti e autonomi, percettori di indennità e di sussidi come il Reddito di Cittadinanza.

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Un salto qualitativo sulle pensioni si è avuto però ad ottobre scorso con l’acquisizione del primo adeguamento ISTAT sugli importi pensionistici, anticipato per attenuare l’impatto delle integrazioni da erogare nelle casse statali. Il primo incremento pari al 2 per cento, elargito in base alle aliquote reddituali, verrà a breve seguito dalla seconda rivalutazione ISTAT attestante all’8 per cento. Più esattamente, l’indice sarà pari al 7,3 per cento, applicato sui cedolini INPS a partire dal 1° gennaio 2023. A causa dei tempi stretti per i ricalcoli previdenziali, si inizierà ad adeguare gli importi fino a 2.101,52 euro lordi mensili. Oltre questa cifra (pari a quattro volte il minimo), gli importi saranno investiti dalla perequazione soltanto una volta approvata la legge di bilancio (ma si riceveranno anche gli arretrati).

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