Pensioni, perché uscire nel 2023 converrà di più

Coloro che sono pronti ad uscire dal mondo del lavoro quest’anno avranno maggior vantaggi rispetto ai predecessori

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Pensione 2023 Quota 103 bonus maroni (Foto Adobe -pensioni.it)

La nuova Legge di Bilancio messa a punto dal governo Meloni ed approvata lo scorso 30 dicembre da Camera e Senato è entrata in vigore a partire dal 1° gennaio 2023. Tra i circa 600 emendamenti che compongono la riforma ci sono quelli che riguardano il tema delle pensioni nel nostro Paese.

Tutti coloro che nel 2023 usciranno dal mondo del lavoro non dovranno più fare riferimento a Quota 102 ma a Quota 103. Questo significa che, proprio a partire da quest’anno, cambiano i requisiti per uscire dal mondo del lavoro. Oltre a Quota 103 il governo ha introdotto anche una novità, un vero e proprio bonus per i pensionati. 

Pensioni, Quota 103 e bonus Maroni: i vantaggi

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Pensione 2023 Quota 103 bonus maroni (Foto Adobe -pensioni.it)

Quota 103, nel 2023, consentirà ai lavoratori di uscire dal mondo del lavoro con 41 anni di contributi versati. A questa misura il governo ha affiancato quello che ormai è conosciuto come il bonus Maroni, un bonus molto favorevole per chi vuole rimandare la pensione proprio nel 2023. Si tratta di una agevolazione che richiama alla misura introdotta dall’allora Ministro del Lavoro di un Governo Berlusconi, Roberto Maroni.

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Nel 2003 fu introdotto un vero e proprio bonus in busta paga per i lavoratori che, al posto di andare in pensione, decidevano di restare in servizio con lo scopo di recuperare uno stipendio maggiore. Questa è la stessa operazione che ora si ripete con Quota 103: si tratta di una specie di disincentivo a usare la misura di pensionamento anticipato per il Governo ha introdotto.

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In questo modo il governo punta ad avere una riduzione dei potenziali beneficiari e ridurre in questo modo la spesa. Meno lavoratori scelgono Quota 103, meno soldi spende lo Stato. Quindi coloro che hanno già maturato i 41 anni di contributi per Quota 103 potrebbero scegliere di restare al lavoro godendo di una busta paga più alta. In questo modo si baratta la pensione in anticipo con una busta paga più elevata.

A trarre beneficio da questo bonus sono i lavoratori che si trovano già con almeno 62 anni d’età a 41 anni di contributi dal momento che otterranno in busta paga, e direttamente dal datore di lavoro, poco meno del 10% in più di stipendio. Inoltre in busta paga sarebbe riversata la quota contributiva a carico del lavoratore stesso, che stando alle attuali normative è pari a circa il 9,19%. 

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