Quota 41 | Così prima in pensione ma assegno più basso

L’uscita anticipata dal lavoro è garantita dal nuovo sistema di requisiti ma al solito sarà l’assegno mensile a rimetterci. Di cosa si tratta

quale assegno pensione con quota 41
Pensione INPS (Foto Adobe – pensioniora.it)

Esauriti gli effetti economici delle misure economiche di supporto riguardanti un anno drammatico come il 2022, lo sguardo è ora rivolto – anche sotto l’egida della legge di bilancio fresca di approvazione – ai mesi a venire. Nonostante ciò il calendario previdenziale continua il suo corso inaugurando al meglio – almeno per una fascia dei soggetti previdenziali – il mese di gennaio. Si parla ovviamente di pensioni. 

Ciò che viene riservato per questo anno trova giustificazione nella eredità che i mesi precedenti hanno consegnato: l’inflazione prosegue la sua galoppante corsa e anzi si propone verso una nuova accelerazione a due cifre percentuali. Tale fattore, che all’inizio dello stesso mese di un anno fa registrava una salita positiva dovuta alla ripartenza post Covid, si è trasformato nell’elemento base che alzato significativamente il costo della vita e specificatamente i prezzi sui beni di consumo.

Quota 41, dal 2024 bastirà un solo requisito

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Pensione INPS (Foto Adobe – pensioniora.it)

A partire dal rateo pensionistico dello scorso ottobre, i pensionati hanno potuto trovare l’applicazione del primo indice del 2 per cento (previsionale) dell’adeguamento ISTAT, anticipato con un decreto del governo Draghi per contrastare l’inflazione, e calmierare la rivalutazione sulle casse dello Stato. Dal 1° gennaio, è invece il MEF che ha autorizzato l’incremento dell’indice effettivo pari al 7,3 per cento, beneficiato in base agli scaglioni di reddito.

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Pertanto da febbraio si avranno i nuovi cedolini delle pensioni INPS. Anticipata dalla manovra e confermata dalla legge di bilancio, è stata attivata la Quota 103, il nuovo sistema transitorio per le pensioni anticipate che ha sostituito la Quota 102, terminata al 31 dicembre 2022. La nuova misura scongiura il sistematico ripristino dei requisiti pensionistici della riforma Fornero, sebbene risulti più che attiva la pensione di vecchiaia, con i suoi 67 anni di età richiesti e almeno 20 anni di contributi versati.

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Mentre la legge di bilancio ha riconfermato per tutto il 2023 sia l’Ape sociale sia l’Opzione Donna (quest’ultima basata però sul numero di figli a regolare l’uscita anticipata delle lavoratrici), la Quota 103 richiede il raggiungimento di 62 anni anagrafici e 41 anni contributivi. Dal 1° gennaio 2024, scatterà invece la Quota 41, la quale porterà gli uomini nati negli anni Settanta anticipare la loro uscita dal luogo di lavoro di tre anni e mezzo; le donne, invece, di due anni e mezzo circa. Nella sostanza, gli attuali requisiti vengono sostituiti con l’unico requisito di 41 anni di contributi versati.

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