Assegno unico, annuncio INPS: cosa succede se muore un genitore

L’INPS, attraverso apposito messaggio, informa cosa accade ai nuclei familiari beneficiari dell’Assegno Unico in caso di vedovanza

Assegno unico
novità assegno unico vedovi (Foto INPS – pensioni.it)

L’Assegno Unico Universale è stato introdotto nel marzo 2022 dal governo Draghi per aiutare le famiglie con figli a carico fino a 21 anni e senza limiti di età nel caso di figli con una qualche disabilità. L’AU è andato ad inglobare i precedenti bonus presenti fino allo scorso anno in busta paga, come gli Assegni al Nucleo Familiare o il Bonus Bebè ed è corrisposto sull’IBAN di chi ne fa domanda.

Il governo Meloni ha prorogato, per tutto il 2023, ed ha introdotto varie maggiorazioni che riguardano i nuclei familiari con più figli, i figli disabili ed i nuclei familiari con entrambi i genitori lavoratori. Inoltre sono state introdotte maggiorazioni nel caso di decesso di uno dei due coniugi che hanno richiesto l’Assegno Unico.

Assegno Unico, l’avviso INPS per i genitori vedovi

Assegno unico
novità assegno unico vedovi (Foto INPS – pensioni.it)

L’INPS, attraverso il messaggio n.724 del 17 febbraio informa gli utenti riguardo una novità sull’Assegno Unico Universale ed in particolare per i figli a carico nei casi di nuclei familiari vedovili. Tenuto conto della maggiore fragilità dei nuclei vedovili, in accordo con il Ministero del lavoro, l’INPS precisa che il bonus sarà erogato d’ufficio ai nuclei vedovili, per i decessi del secondo genitore lavoratore che si sono verificati nell’anno di competenza in cui è riconosciuto l’Assegno senza doverne fare domanda.

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La maggiorazione sarà applicata per le domande di assegno presentate a partire dal 1° gennaio 2022 fino al mese di febbraio 2023 e cesserà di essere erogata a partire dalla rata di assegno per la mensilità di marzo 2023. Si tratta dunque di una novità importante di cui per il 2022 non si era tenuto conto.

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L’INPS, nello stesso messaggio, informa che la normativa prevede che alle famiglie con due genitori lavoratori sia erogata una maggiorazione di 30 euro mensili per ogni figlio, questo al fine di favorire il lavoro femminile. L’importo spetta in misura piena per un ISEE pari o inferiore a 15.000 euro, mentre va riducendosi per livelli di ISEE superiori, fino ad azzerarsi nei casi di ISEE superiori a 40.000.

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