Figlio che lavora al call center | Quando va dichiarato

Se si ha un figlio a carico che nel frattempo ha trovato impiego come operatore, il reddito familiare non sarà più lo stesso. Ecco perché

figlio in call center va dichiarato fiscalmente
Operatore call center (Foto Adobe – pensioniora.it)

Con l’inizio del 2023 si è assistito al varo di un’iniziativa politica, da parte del governo Meloni, nei confronti delle famiglie, tanto discussa quanto articolata. La legge di bilancio approvata per fare da guida all’azione istituzionale per lo svolgersi dei dodici mesi solari, rappresenta la testimonianza di un’attenzione ineludibilmente rivolta a causa del contesto internazionale di crisi.

I fattori deteriori che tengono l’escalation bellica energetica ed economica presente senza interruzioni sulle prime pagine dei giornali hanno indotto alla stesura, sin dalla fase di elaborazione della manovra, di un’azione di governo protesa alla spesa di due terzi delle risorse finanziarie disponibili per promuovere due filoni di interventi: il primo ha riguardato ala proroga semestrale sul distacco delle utenze per salvaguardare le famiglie dal passaggio della stagione invernale; il secondo ha invece portato all’innalzamento del tetto reddituale ISEE per l’ottenimento dei bonus bollette a vantaggio delle famiglie numerose.

Figlio che lavora al call center, quando va segnalato nella dichiarazione

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Dichiarazione dei redditi (Foto Adobe – pensioniora.it)

Analogamente agli interventi organizzati e avviati dall’anno precedente, anche il 2023 ha visto l’assegnazione di misure economiche appartenenti al campo previdenziale che non hanno certo potuto scontentare le attese dei nuclei familiari, in quanto sono rivolte proprio a questi ultimi. Il plauso concerne precipuamente la proroga dei pagamenti INPS di alcuni importanti sostegni ai contesti familiari più svantaggiati.

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Si parla infatti del rinnovo per la seconda annualità dell’Assegno Unico e universale alle famiglie di lavoratori dipendenti, pensionati ed inoccupati con figli minorenni o disabili a carico. Dal mese di marzo partiranno i versamenti delle mensilità seguiti alla presentazione delle domande sia per i nuovi richiedenti che per i vecchi alle prese con il rinnovo del sussidio. Ad esso si aggiunge – ancora e soltanto per quest’anno – il Reddito di Cittadinanza, sebbene ridotto nella durata delle erogazioni (soltanto sette mensilità).

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In ogni caso, al centro delle autorizzazioni per le richieste prese in esame rimane la dichiarazione ISEE. A parte per l’AUU dove il modello DSU è necessario solamente per definire l’importo di un assegno che spetta comunque, per molti bonus e per lo stesso RdC, costituisce la soglia per oltrepassare il confine col via libera dei pagamenti. Nella stessa dichiarazione dei redditi, inoltre, l’ISEE costituisce la chiave per mettere mano a diverse detrazioni, specialmente se in presenza di figli a carico. Il discorso è ovvio se il figlio studia; ma se trova un lavoro? Dipende, poiché si resta fiscalmente fiscalmente a carico di un familiare fino al possesso di un reddito uguale o inferiore a 2.840,51 euro. Se il figlio non ha superato i 24 anni, il tetto del reddito annuo sale a 4mila euro. Con un’occupazione come quella di operatore call center che mediamente produce un guadagno di 1.100 euro netti al mese (19.100 lordi all’anno), tale ISEE aggiuntivo deve essere dichiarato affinché le detrazioni vengano meno secondo la corretta fotografia del reddito familiare.