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Risparmio

Buoni fruttiferi minori: lascia questa cifra e troverà 5.000€

Questo è il capitale iniziale impegnato per il futuro titolare, una volta esaurito il rendimento relativo al buono dedicato ai figli. Ecco le cifre

Risparmi di famiglia (Foto Adobe – pensioniora.it)

Tutti i cittadini si ritrovano prima o poi a confrontarsi con un ufficio postale. Esso è un servizio pubblico, offre le funzioni più essenziali e propedeutiche per il rapporto tra il singolo e la collettività, tra il cittadino e lo Stato. Se non altro da un punto di vista del versamento delle imposte e di alcune tasse. Non c’è dunque bisogno di essere correntisti di Poste Italiane per essere entrati nella filiale più volte con la finalità di pagare un bollettino, un modello per il versamento di imposta, o per aver inoltrato o ricevuto pacchi o lettere in raccomandata.

D’altronde, Poste Italiane, oltre a rappresentare un grande Gruppo economico e finanziario piuttosto trainante all’interno della compagine nazionale, costituisce oggi un incubatore di servizi di varie tipologie, pur mantenendo l’impostazione della mission delle origini. Al centro delle finalità non vi è soltanto il puntuale recapito di lettere e telegrammi da un estremo all’altro della penisola, ma soprattutto – dall’originaria concessione dello Stato datata oramai centosessant’anni fa – la gestione dei risparmi. 

Buoni fruttiferi minori, ecco quanto si riscuoterà dopo 18 anni

Buoni fruttiferi (Foto Adobe – pensioniora.it)

In ambito finanziario, Poste Italiane ha subito un’evidente trasformazione nel corso della sua storia, resa oggigiorno più marcata dalla inafferrabile rapidità del progresso tecnologico. In questo senso, la tecnologia sostiene tutt’ora uno sviluppo degli strumenti per la valorizzazione delle somme lasciate in deposito dalle famiglie, grazie alla messa in campo di mezzi sofisticati per flessibilizzare i prodotti finanziari “su misura” del risparmiatore.

Grazie alla condivisione delle piattaforme coinvolte su più dispositivi (laptop, tablet, smartphone) la connessione instantanea con i profili dedicati alla operatività personale sulle somme in deposito, fornisce una gestione dinamica e progressivamente più autonoma in tempo reale. Tuttavia, sono ancora molte le famiglie che affidano i propri piccoli e medi risparmi a vecchi e garantiti strumenti, entrati nella storia e nelle case italiane: il libretto postale dei risparmi e i buoni fruttiferi.

I buoni fruttiferi, in particolare, consentono di non dover pensarci troppo nel corso degli anni. La scadenza è certa, sebbene si possa disimpegnare la cifra in qualsiasi momento raccogliendo gli interessi maturati all’ultima tranche di rendimento, e il tasso percentuale di crescita è garantito. Così come lo è il rischio sul capitale, garantito dallo Stato, con la sua Cassa Depositi e Prestiti. Oggi i buoni non hanno più una durata trentennale come in passato, ma al massimo ventennale, come l’odierno Buono ordinario. Tuttavia vi sono tipi di buoni particolarmente vantaggiosi, soprattutto se non si ha molta fretta di riscuotere la cifra vincolata; e si hanno da poco dei figli: ad esempio, il Buono fruttifero dedicato ai minori consente di ottenere interessi con un tasso al 4,50 per cento, complessivamente riscuotibile al raggiungimento della maggiore età. Impegnando oggi 2.500 euro, il futuro titolare riscuoterà, fra diciotto anni (ossia nel 2041), la bellezza di 5.108,23 euro. Il tutto mantenendo i pregi tipici dei buoni: la tassazione agevolata al 12,50 per cento, l’esclusione dei buoni dall’imposta di successione.

 

Pubblicato da
Roberto Alciati