Beffa nuovo RdC MIA: penalizza le donne, il motivo

Il Reddito di Cittadinanza lascerà presto il posto a MIA ma sono in arrivo già le polemiche. Ad essere penalizzate sarebbero le donne

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nuovo RDC MIA penalizza donne (Foto Adobe-pensioni.it)

Il governo Meloni ha dato la conferma: a breve il Reddito di Cittadinanza andrà in pensione lasciando il posto ad una nuova misura previdenziale: MIA, Misura d’Inclusione Attiva. Sin dai tempi della campagna elettorale con Fratelli d’Italia Giorgia Meloni aveva sentenziato che, in caso di vittoria del suo partito, il Reddito di Cittadinanza sarebbe radicalmente cambiato e che poi sarebbe sparito.

Fino al mese di settembre i percettori continueranno a ricevere il Reddito di Cittadinanza seppur con le limitazioni già attive con la Legge di Bilancio 2023. Per gli occupabili il RdC è erogato per soli 7 mesi senza possibilità di rinnovo e i percettori dovranno frequentare anche dei corsi di formazione obbligatoria se non vorranno vedersi togliere il RdC. Intanto, però, sono in arrivo già delle polemiche su MIA, soprattutto per quanto riguarda le donne.

MIA, ecco perché la nuova misura penalizza le donne

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nuovo RDC MIA penalizza donne (Foto Adobe-pensioni.it)

Le prime indiscrezioni su MIA sono circolate nella giornata di lunedì 6 marzo insieme alle prime tre novità che riguardano la misura. Innanzitutto con MIA si alza il tetto massimo dell’ISEE che passa dagli attuali 9.360 euro a 7.200 euro, riducendo di fatto la platea dei beneficiari.

I beneficiari saranno poi suddivisi in due gruppi: famiglie povere senza persone occupabili, quindi in cui è presente almeno un soggetto minorenne, over 60 o disabile e famiglie con persone in grado di lavorare, nelle quali figura almeno un soggetto tra 18 e 60 anni d’età e nessun disabile, minorenne o anziano.

Infine tra le due platee ci sarà anche una differenza di importo: per quanto riguarda i non occupabili questi avranno un assegno mensile pari a 500 euro massimo (da moltiplicare per la scala di equivalenza) per 18 mesi. Gli occupabili avranno invece un assegno ridotto del 25% passando quindi da un massimo di 500 euro mensili a un minimo di 375 euro e per soli 12 mesi.

Inoltre Cristina Tajani, ex amministratrice delegata di Anpal Servizi intervistata dal quotidiano la Repubblica, afferma che MIA andrà a penalizzare le donne che, nella maggioranza dei casi sono chiamate a dedicarsi alla cura dei figli piccoli. Una madre che si occupa dei figli piccoli è considerata inoccupabile proprio perché, all’interno del suo nucleo familiare, ci sono i minorenni di cui deve prendersi cura.

Dal momento che è considerata non occupabile, le madri hanno quindi diritto al nuovo RdC, ma secondo Tajani ciò ridurrebbe l’autonomia delle donne e le costringerebbe a dipendere economicamente dal sussidio statale.

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