Affitto, se paghi queste cifre rischi controlli dall’Agenzia Entrate

Nonostante la convenienza di certi canoni di locazione, l’Agenzia può insospettirsi ed effettuare verifiche per questo motivo. Di cosa si sta parlando

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Locazioni (Foto Adobe – pensioniora.it)

Da una prima visione approssimativa, ma non senza un filo di verità, gli affitti rappresentano una scelta da parte di coloro che si affacciano in particolare per la prima volta nella questione immobiliare che li riguarda, apparentemente conveniente, sebbene in primis costituisca una scelta obbligata. Poche risorse finanziare a disposizione, scarsi risparmi, insufficienti garanzie per concorrere all’ottenimento di un mutuo; esse sono tra le molteplici ragioni per spingersi in direzione del mondo delle locazioni.

Inoltre, non bisogna ignorare che l’inversione di marcia rispetto all’acquisto di una casa, prima o no, può derivare dall’osservazione della situazione economica internazionale, dai mercati, fondamentale per subodorare in anticipo delle difficoltà in grado di ripercuotersi sulle tasche dei soggetti impegnati a restituire il debito di un mutuo. Sul lungo termine, invece, la bilancia dei pro e i contro raggiunge più facilmente un equilibrio che non lascia spazio ad una duratura serenità.

Affitto, quando scattano i controlli dell’Agenzia Entrate

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Agenzia delle Entrate (Foto Adobe – pensioniora.it)

Certamente, la ricerca di un affitto diventa una risposta sicura in un contesto come quello che si sta vivendo dallo scorso autunno, quando all’ennesima accelerazione dell’inflazione, la Banca Centrale Europea ha provveduto al rialzo dei tassi di interesse, annullando quella precedente convenienza che il tasso fisso ha imposto sul tasso variabile dei mutui. Di qui la trasformazione di molti potenziali possessori di immobili in affittuari.

Nonostante tutto, i bonus fiscali sulle agevolazioni dei mutui agli under 36 hanno sventato l’apertura di una vera e propria crisi dei mutui. Da un lato, l’inquilino non ha oneri fiscali sulle spalle ma paga ampiamente questa deroga nei confronti del proprietario dell’immobile. Ad ogni modo, paga una rata molto simile a quella della restituzione del finanziamento, col rischio di ricevere da un giorno all’altro una comunicazione di aumento del canone, o peggio ancora, di liberare l’immobile per le necessità della proprietà.

Importante che ogni regolarizzazione di un affitto sia riconosciuta dalla stipula di un contratto di locazione, nel quale viene stabilito il canone annuo, la decorrenza, le opzioni di rinnovo e ovviamente le regole per il pieno godimento del bene affittato. All’ordine del giorno, sono solitamente canoni troppo alti a mettere in difficoltà gli inquilini. D’altra parte, invece, affitti troppo bassi, più che mettere in difficoltà, possono accendere il lume del sospetto da parte dell’Agenzia delle Entrate. Di fatto non è reato proporre un canone più che congruo, ma dal punto di vista del Fisco, una rata ben al di sotto della media della zona può nascondere il tentativo di evasione fiscale da parte del proprietario. Non di rado, quest’ultimo riporta sul contratto un canone, facendosi dare un’ulteriore differenza in contanti. Non resta dunque che adeguarsi al mercato per non destare sospetti. In particolare, i controlli scattano quando il valore imponibile del canone sia inferiore al 10% del valore catastale, per le imposte dirette; riguardo all’imposta di registro, il canone sia inferiore al 10% del valore catastale.

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