Quanto dovrai pagare se sbagli la dichiarazione dei redditi

Cosa accade se un contribuente sbaglia a compilare la dichiarazione dei redditi? Scopriamolo insieme in quest’articolo

dichiarazione redditi
dichiarazione redditi errore sanzioni (Foto Adobe-pensioni.it)

I contribuenti italiani sono tenuti ogni anno a compilare e presentare la Dichiarazione dei Redditi, un modello attraverso il quale si dichiarano i redditi e gli oneri deducibili e detraibili. E’ tramite questo modello che sono liquidate le imposte da pagare per l’anno in considerazione e gli eventuali acconti di imposta per l’anno successivo.

Il modello della Dichiarazione dei Redditi varia a seconda che a compilarlo sia una persona fisica, società di persone, dichiarazione dei redditi società di capitali e dichiarazione dei redditi enti commerciali e non commerciali ed equiparati. Ovviamente il modello deve essere privo di errori ma cosa accade se, invece, ce ne sono?

Dichiarazione Redditi, che sanzioni ci sono in caso di errori?

dichiarazione redditi
dichiarazione redditi errore sanzioni (Foto Adobe-pensioni.it)

Sono due le date che riguardano la scadenza della Dichiarazione dei Redditi: la prima è quella del 30 settembre, la seconda quella del 30 novembre. Nel caso in cui il contribuente non presenta la dichiarazione entro il 30 settembre, allora può rifarsi con il Modello Redditi che scade il 30 novembre. Partendo da questa distinzione il contribuente che ha sbagliato la compilazione va incontro a varie sanzioni.

E’ infatti prevista l’applicazione della sanzione del 30% per il mancato, carente o tardivo versamento delle imposte dichiarate; sulle maggiori imposte dovute per gli errori riscontrati durante i controlli automatici. In questo caso ci riferiamo ad errori materiali e di calcolo nella determinazione degli imponibili e delle imposte (articolo 36-bis del Dpr n. 600 del 1973) e i controlli formali (indicazione in misura superiore di oneri deducibili o detraibili, di ritenute di acconto e di crediti di imposta – articolo 36-ter del Dpr n. 600 del 1973).

Nel caso di infedele dichiarazione, come ad esempio omessa o errata indicazione di redditi), la sanzione va dal 100% al 200% della maggiore imposta o del minor credito. Ovviamente se ricorrono le condizioni, il contribuente può avvalersi dell’istituto del ravvedimento operoso, usufruendo di sanzioni ridotte.

Il 30 giugno è la data di riferimento per calcolare la riduzione da applicare alla sanzione ai fini del ravvedimento operoso. Nel caso in cui il contribuente paga l’imposta entro il 10 ottobre, e quindi dopo 102 giorni, ipotizzando l’Irpef a debito di 200 euro pagherà l’imposta per 200 euro e la sanzione di euro 7,50.

Ricordiamo, infine, che se il contribuente non ha presentato né il modello 730 e né il modello Redditi si parla di omessa dichiarazione. In questo caso il contribuente dovrà pagare al Fisco la sanzione amministrativa dal 120% al 240% dell’ammontare delle imposte dovute, con un minimo di euro 250 e se non sono dovute imposte, si applica la sanzione da euro 250 a euro 1.000.

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