Sei partita Iva? Così puoi calcolare la tua pensione

Ecco in che modo si può avere in netto anticipo, un’idea di quello che sarà il trattamento INPS dopo una carriera da libero professionista. I particolari

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Pensione (Foto Adobe – pensioniora.it)

Sempre più spesso, nella coeva quotidianità le nuove e giovani forze lavoratrici si confrontano con forme altrettanto sempre più atipiche di lavoro. Sebbene il vecchio lavoro dipendente non sia ancora un ricordo del passato (tanto più che sopravvive ancora oggi, anche se a fatica, il salariato), avanzano molteplici specie di contratti che finiscono per flessibilizzare e rende le strutture organizzative più fluide (se è inteso quale sinonimo di “precario”).

Sono dunque delle realtà consolidate quelle dei contratti a progetto, dei contratti di collaborazione per un tempo predeterminato, a volte anche stagionale. In concreto, aumentano le categorie di mansioni professionali che vengono inquadrate richiedendo l’apertura della partita iva al lavoratore, pena la mancata concretizzazione dell’assunzione; anzi, di un contratto tra un cliente e un fornitore.

Sei partita Iva? Come calcolare la pensione rispetto ai contributi

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Pensione (Foto Adobe – pensioniora.it)

Nel quadro delle preoccupazioni, delle apprensioni di un qualsiasi lavoratore (oltre quello di incassare delle entrate a fine mese), anche per il libero professionista e l’autonomo, uno dei temi che non li abbandona per qualche decennio sarà quello della pensione. Innanzitutto, occorre considerare che a fianco della giovane partita iva, magari a regime forfettario, ad accompagnarla in questo cammino, c’è come di consueto l’INPS. 

Come per i lavoratori dipendenti, l’elemento che forma il futuro trattamento pensionistico è dato dal numero dei contribuiti. Cambia però il referente: non sarà un datore di lavoro a versare alla previdenza tali contributi, quanto piuttosto il lavoratore stesso, iscritto alla cosiddetta Gestione Separata. I beneficiari del regime forfettario possono richiedere una riduzione del 35% sui contributi da versare, ma questo peserà poi sui ratei (più bassi) della pensione quando verranno erogati.

Le partite iva verseranno obbligatoriamente i cosiddetti minimali (stabili per professionalità) e opzionalmente le eccedenze sui minimali. Il versamento si quantifica con gli odierni sistemi pensionisti: 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi per la pensione di vecchiaia; il raggiungimento di un’età di 62 anni e 41 anni di contributi versati per la pensione anticipata con la Quota 103. Per calcolare in anticipo la pensione, bisogna considerare l’età contributiva antecedentemente al 31 dicembre 1995: raggiunti i 18 anni di contributi, si adotta un criterio misto, ossia retributivo per l’anzianità entro il 31 dicembre 2011 e contributivo dal 1° gennaio 2012; sotto i 18 anni contributivi, il criterio è retributivo fino al 31 dicembre 1995 e contributivo dopo il 1° gennaio 1996; dal 1° gennaio 1996, senza dunque anzianità contributiva pregressa, il criterio è contributivo, legato al valore dei contributi versati negli anni.

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