Pensioni, rivalutazione da maggio: quanto troverai in più

Gli assegni pensionistici in Italia aumenteranno a breve per la rivalutazione, ovvero per l’adeguamento al costo della vita

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rivalutazione pensione (Foto Adobe-pensioni.it)

I pensionati italiani stanno per ricevere un assegno pensionistico più alto per adeguare la pensione al costo della vita che, nell’ultimo anno, è aumentato a dismisura a causa dell’inflazione. La notizia della rivalutazione delle pensioni era ufficiale già dallo scorso mese di settembre eppure, nello sostanza, gli aumenti stanno per arrivare ora.

Inoltre, è prevista una rivalutazione delle pensioni anche per il 2024: per il prossimo anno gli assegni saranno ancora più ricchi e fino al 6,2%. L’aumento è dovuto all’inflazione dell’anno in corso che vale il 5,4% e il recupero su quanto non ottenuto nel 2022 che vale lo 0,6%. Il tutto è previsto nel nuovo Def, il Documento di economia e finanza.

Pensioni, rivalutazioni in arrivo: ecco di quanto aumenta l’assegno

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rivalutazione pensione (Foto Adobe-pensioni.it)

L’aumento delle pensioni dovuta alla rivalutazione costerà allo Stato 318 miliardi. Secondo le prime ipotesi è prevista una rivalutazione dell’85% per gli importi compresi tra 4 e 5 volte il trattamento minimo; del 53% degli assegni tra 5 e 6 volte il trattamento minimo e il 32% di rivalutazione sulle pensioni per importi che superano 10 volte il minimo. In mezzo c’è il tasso del 47% tra 6 e 8 volte e il 37% tra 8 e 10 volte il minimo.

Tradotto in euro, chi prende una pensione fino a 2.100 euro avrà un aumento pari a 108 euro. Coloro che prendono mille euro di pensione, invece, avranno un aumento di 54 euro lordi mensili che diventano 81 euro lordi per gli importi di 1.500. Da questa quota e fino a 2.500 euro la rivalutazione arriverà fino a quasi 115 euro lordi mensili mentre tornerà a scendere per le pensioni di tremila euro con un incremento di 85 euro al mese. Tali aumenti resteranno fissi fino alla fine del 2023.

Inoltre del nuovo Def si lascia ampio spazio a Quota 41, misura pensionistica necessaria affinché venga superata la Legge Fornero. Il governo Meloni sta quindi lavorando per introdurre questa nuova riforma pensionistica che permetterebbe di lasciare il lavoro al raggiungimento dei 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età.

Quello dell’età è però un paletto da sciogliere per il governo Meloni dal momento che, ponendo la misura pensionistica senza limiti di età, soltanto il primo anno la misura costerebbe 4 miliardi di euro e la cifra sarebbe destinata a crescere fino a quasi 10 miliardi nel 2029. 

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