Pensione di reversibilità, ti spetta se sei separata? La verità

Quando si è separati si ha diritto a ottenere la pensione di reversibilità, ecco che cosa dice la giurisprudenza

Reversibilità pensione
Reversibilità (Foto Adobe – pensioniora.it)

La pensione di reversibilità spetta al coniuge o ai familiari superistiti in caso di morte del pensionato e non va confusa con la pensione indiretta che spetta ai familiari in caso di decesso dell’assicurato, prima dell’ingresso in pensione. Si parla comunque di trattamenti che vanno incontro ai bisogni dei familiari superstiti della persona deceduta.

Quindi una prestazione molto importante per persone che restano sole e che non possono rinunciare a quella garanzia per mantenere un livello di vita dignitoso. Su chi spetti la misura è intervenuta anche la giurisprudenza con sentenze della Corte di Cassazione che hanno modificato precedenti orientamenti interpretativi, modificando le condizioni per beneficiare della reversibilità.

Reversibilità va anche ai superstiti separati?

Reversibilità pensione
Reversibilità (Foto Adobe – pensioniora.it)

In caso di separazione si ha diritto comunque alla pensione di reversibilità? Fino a qualche anno fa la pensione di reversibilità veniva assegnata al coniuge separato solo a determinate condizioni:

  • non gli fosse stata addebitata la colpa della separazione;
  • ricevesse l’assegno di mantenimento;
  • l’assicurazione generale obbligatoria del deceduto fosse cominciata prima della sentenza di separazione.

Ma dopo una sentenza della Corte di Cassazione del 2009 numero 4555, le cose sono cambiate. Per il giudice una colpa nella separazione non può essere una discriminante nel beneficio della reversibilità. Così il coniuge separato è equiparato al coniuge superstite non separato anche in caso di addebito della separazione stessa.

Dunque un coniuge separato ha diritto alla pensione di reversibilità, anche se non percepisce assegno di mantenimento o gli è stata addebitata la separazione. A essere interessati dalla reversibilità non è solo il coniuge, ma anche altri familiari: i figli (minorenni, disabili e maggiorenni studenti), i genitori del defunto, i fratelli o sorelle del deceduto disabili a suo carico.

La percentuale che spetta ai superstiti varia a seconda del grado di parentela ed è stabilità dalla norma: per il coniuge è nella misura del 60 per cento arrivando a 80 con un figlio e al 100 per cento con 2. Va ricordato che la prestazionenon è automatica bensì su domanda che va inoltrata all’Inps attraverso il sito, mediante l’ausilio del patronato o del contact center dell’Istituto.