Le casalinghe, la salute del bilancio familiare: pensioni anticipate e assegni più sostanziosi. Facciamo chiarezza

Una grandissima problematica sulla quale continuamente si discute è l’ingiustizia sociale subita dalle donne che dedicano la loro vita a lavorare in casa e a prendersi cura della famiglia. Purtroppo, le statistiche dimostrano come, al giorno d’oggi, gli uomini abbiano un maggior accesso al lavoro piuttosto di come ciò non sia concesso alle donne. Si parla spesso dell’introduzione del Reddito di Base Universale, che darebbe l’opportunità a tutte di avere una rendita fissa per tutta la vita. Tuttavia, al momento, le casalinghe e le lavoratrici non hanno ancora a disposizione questo sistema. La ricerca di lavoratrici che abbiano diritto al pensionamento anticipato con 41 anni e 10 mesi di contributi diventa esponenzialmente difficile.
Aiuti per le casalinghe, ecco i sussidi a cui poter accedere

Anche Quota 41, Opzione Donne ed APE Sociale richiedono diversi anni di contribuzione per essere inizialmente riconosciuti. Coloro che hanno sempre svolto principalmente il ruolo di casalinga solitamente incontrano maggiori problemi nel raggiungimento dei 20 anni necessari per ottenere una pensione di vecchiaia. Dal 2011, però, grazie alla Riforma Fornero, è stato possibile abbassare l’età per andare in pensione. Ai lavoratori addetti al settore privato è stata concessa la possibilità di ritirarsi con una pensione al compimento dei 66 anni ma questo limite viene ridotto a tre figli per le donne appartenenti al settore pubblico.
La legge esistente prevede un particolare privilegio per le donne che diventano madri. Tali persone hanno l’opportunità di ottenere fino a 12 mesi di riduzione dell’orario di lavoro, per ciascun figlio, in modo da facilitare l’accudimento. Ad esempio, se una donna sceglie la via della pensione anticipata beneficiando, al tempo stesso, dei quattro mesi di riduzione disciplinati per ciascun figlio, i mesi di contribuzione saranno pari a 44 invece che 48. Va chiarito, tuttavia, che l’età di uscita rimane costante a 67 anni.
Arrivati all‘età pensionabile minima è possibile usufruire di uno sconto del 5,72% sui contributi versati. Per una donna lavoratrice che ha accumulato una storia costituita da 20 anni ed uno stipendio annuo medio di 20.000 euro, la pensione raggiungerà una somma pari a 7.550 euro.