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Pensioni

Pensioni, devi sapere questo se compirai 62 anni nel 2024

Per chi è nato in questo anno potrebbe presentarsi presto un’occasione unica, resa nota dal governo, sotto il profilo previdenziale. Cosa potrebbe succedere

INPS (Foto Adobe – pensioniora.it)

La legge di bilancio ha decretato un anno – il 2023 – come un lungo periodo nel quale sono sin d’ora in atto robusti cambiamenti in ambito previdenziale. Sicuramente già dalla precedente manovra, si sono ricevuti alcuni suggerimenti che vanno verso la visione di una certa continuità politica dell’attuale esecutivo col precedente Mario Draghi. L’eredità di alcune scelte si sono tradotte nel traghettamento di diversi aiuti economici.

Numerosi bonus legati ai nuclei, ed in particolare alle nascite, sono stati confermati e possono essere richiesti entro il 31 dicembre 2023: si sta parlando di bonus sociali, bonus nascite, bonus maternità per le mamme disoccupate e bonus per sostenere le spese degli asili nido. Per non parlare che sotto la declinazione familiare è in partenza la seconda annualità dell‘Assegno Unico per le famiglie.

Pensioni, devi sapere questo se compirai 62 anni nel 2024

INPS (Foto Adobe – pensioniora.it)

L’Assegno Unico è rivolto alle famiglie di lavoratori, pensionati e percettori di indennità e sussidi con figli minorenni o disabili a carico. Dunque, anche a quei percettori di trattamento pensionistico che mantengono figli – sotto il criterio anagrafico – fino al compimento dei 21 anni. La pensione INPS rappresenta quella che più ha recepito importanti integrazioni e rafforzi di tipo economico.

La misura che ha particolarmente valorizzato il contributo ai pensionati è individuata nella rivalutazione ISTAT degli importi, di cui una frazione è stata anticipata ad ottobre 2022. Per tenere il passo a due cifre percentuali dell’inflazione, un nuovo adeguamento è stato spalmato dal 1° gennaio 2023, raggiungendo un incremento dei soldi ricevuti pari ad un indice complessivo di +7,3%.

Oltre l’aspetto economico, le pensioni hanno subito importanti cambiamenti, legati soprattutto al sistema di pensione anticipata. Con la Quota 103, è stato dunque varato il nuovo sistema transitorio che impedisce il sistematico ripristino dei rigidi criteri pensionistici della Riforma Fornero; per ottenere l’uscita, il lavoratore deve aver raggiunto i 41 anni di contributi versati e 62 anni anagrafici. L’alternativa è la pensione di vecchiaia, con almeno 20 anni di contributi acquisiti all’età di 67 anni. A conti fatti, dalla Quota 103, raggiunta il prossimo anno, sono esclusi i lavoratori nati nel 1962. Per questi ultimi, il governo ha pensato ad una proroga per un’uscita anticipata con i relativi 41 anni contributivi; essi potranno inoltre cumulare la pensione con altri redditi da lavoro (escluso il lavoro occasionale con reddito annuo superiore a 5mila euro).

 

 

Pubblicato da
Roberto Alciati