Eredità figlio adottivo, parenti estranei possono inserirsi?

Il testamento o la successione di beni, può rappresentare l’occasione di ricompattare la parentela scoprendo nuovi soggetti. Ma sotto un cattivo segno

Eredità (Foto Adobe – pensioniora.it)

Nella cornice del contesto familiare, si verificano talvolta eventi che si abbattono con un maremoto sulle vite dei componenti. Talune circostanze portano con sé danni reversibili; altre, le conseguenze sono più complicate da riparare: gravi problemi di salute; gravi problemi economici; ma anche più semplicemente, rapporti irrisolti. Certo, il portafoglio gioca la sua funzione antiromantica di inserirsi come fattore determinante.

Oggigiorno, nel quale non poche famiglie soffrono la morsa della crisi e dell’inflazione, della riduzione della capacità di risparmio, il rincaro del costo della vita, le liste degli iscritti a contributi economici erogati dalla previdenza sociale finiscono per allungarsi inesorabilmente. A questi agenti esterni, si aggiungono quelli interni, rappresentati dal fisiologico svolgersi ed esaurirsi della vita: come un lutto in famiglia, ad esempio.

Eredità figlio adottivo, possono aggiungersi altri parenti?

Eredità (Foto Adobe – pensioniora.it)

Ebbene, la morte di un componente familiare è ancora più rappresentativa di fronte a due fattori: che il lutto abbia colpito la vita del titolare del reddito principale del nucleo familiare; che i membri superstiti abbiano siano economicamente non autosufficienti, in assenza di redditi autonomi. Questo quadro può aprire, nonostante tutto, una possibilità, offerta direttamente dai servizi INPS.

Si chiama pensione di reversibilità. Se il de cuius, infatti, era percettore di un trattamento pensionistico, a ciascun familiare spetta una quota in una percentuale prestabilita dall’ordinamento: moglie e figli in primis; altrimenti a sorelle, fratelli e genitori ancora in vita rigorosamente a carico. Priorità similari sono inseguite dai medesimi ordinamenti che gestiscono la successione dei beni. 

Anche in assenza di un testamento, la legge è in grado di assegnare beni mobili e immobili fino al sesto grado di parentela; tutto dipende dalla combinazione di presenze e assenze di uno o più parenti sulla stessa linea. Senza dimenticare la volontà o meno di accettazione da parte dei legittimi eredi; un processo dunque piuttosto lungo, dal momento che la manifestazione può avvenire entro dieci anni dalla morte.

Il testamento, d’altro canto, deve rispettare le quote stabilite legislativamente alla linea più diretta, indipendentemente dagli animi e dalle volontà del soggetto deceduto o del comportamento contestatorio di alcuni eredi nei confronti di altri eredi. Nessun eccezione per i figli adottivi, i quali accedono alle medesime quote disposte per i figli naturali, a meno che l’eredità non provenga da parenti acquisiti: è escluso dalla successione. Ad ogni modo nessun altro parente legato biologicamente al figlio adottivo, ma estrano al contesto familiare del padre adottivo, può inserirsi nell’eredità.

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