Pensioni minime, aumento da luglio: di quanto sarà davvero

Nuovi ritardi, nuovi rimandi; questa volta l’appuntamento con il primo pagamento rivalutato è stato spostato in estate. Cosa è successo

Pensione minima (Foto Adobe – pensioniora.it)

L’inizio del 2023 doveva essere un inizio scoppiettante e pieno di sorprese. Almeno da un punto di vista previdenziale. In parte – ma solo in parte – lo è stato; ma non certamente nelle tasche di una buona parte della popolazione che riceve trattamenti erogati dall’INPS. Infatti, si sta parlando della fetta demografica più consiste, che ha il ben noto peso nelle casse dello Stato, ossia i pensionati.

Dal 1° gennaio 2023 si è concretizzato l’indice complessivo dell’adeguamento ISTAT su base inflazionistica, la cui applicazione è iniziata col precedente autunno. Pertanto la versione effettiva dell’indice si attesta attualmente al 7,3%, applicato ai ratei a seconda delle aliquote reddituali. Ma come il bonus una tantum 150 euro ha superato il confine del 2022, anche la rivalutazione non ha esaurito l’attesa così come stabilito dalla legge di bilancio.

Pensioni minime, aumento da luglio: ecco gli importi incrementati

Pensione minima (Foto Adobe – pensioniora.it)

Con il mese di maggio – ma già da aprile – l’INPS sta cercando di recuperare il tempo lungamente speso dai ricalcoli interni delle nuove tabelle, colmando le posizioni debitorie nei confronti dei suoi percettori. Non tutti, ovviamente, saranno prontamente soddisfatti per motivi di credito nelle casse previdenziali. Ciò vale per le pensioni, quanto per le misure di sussidio legate all’Assegno Unico e al Reddito di Cittadinanza. 

Certo, l’atteso aumento delle pensioni minime era già previsto per il mese di maggio, dopo l’annuncio di clamorosi ritardi. Probabilmente, in relazione al primo appuntamento di gennaio, molti pensionati hanno pensato che non ci sarebbero state altre rettifiche al calendario. E invece non è stato così. Le pensioni minime, come le altre, godono dei medesimi benefici della rivalutazione ma con indici stabiliti differenti su alcune fasce.

In maggiore evidenza è l’incremento a quasi 600 euro mensili per le pensioni minime destinate agli over 75. Nel dettaglio, i differenziali hanno così modificato gli importi dei ratei: 1,5% è l’indice per i percettori sotto i 75 anni, per cui l’assegno sarà di 572 euro; 6,4% è la percentuale fissata alle minime per le età dai 75 anni, dove il rateo mensile è pari 597 euro. Maggiorazioni annullate dal 2024, ma si avrà un incremento unico del 2,7% che si traduce, più o meno, in un’integrazione di circa 15 euro ogni mese. Il tutto, entro luglio.

 

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