Bisogna andare al Caf per il bonus spesa da 380€?

Ecco quali sono le modalità per beneficiare della carta appena varata, dedicata alla spesa alimentare. Di cosa si sta parlando e chi sono i percettori

Carta Risparmio Spesa (Foto Adobe – pensioniora.it)

È noto come la crisi economica abbia colpito le famiglie italiane più svantaggiate non soltanto sotto il profilo delle bollette energetiche. Queste ultime hanno costituito soltanto l’inizio di un’erosione dei redditi culminata con la riduzione del potere d’acquisto e della capacità di risparmio. L’odierna legge di bilancio ha traghettato diversi bonus per sostenere i contesti più critici, e misure previdenziali già rodate, sebbene siano stati rivisti non pochi importi e criteri di erogazione.

Le famiglie, specialmente là dove sono presenti figli minorenni o disabili a carico, possono continuare a contare sull’Assegno Unico e universale, giunto alla seconda annualità a partire proprio dal mese corrente. Ad esso, si aggiunge la proroga “breve” del Reddito di Cittadinanza, il quale da settembre vedrà l’affiancamento della nuova MIA, la misura di inclusione attiva, che subentrerà definitivamente al posto del primo dal 1° gennaio 2024.

Il Caf può assistere per le richieste del bonus spesa da 380€?

Carta Risparmio Spesa (Foto Adobe – pensioniora.it)

Nella realtà concreta, il rischio di progressivo impoverimento (ma per molti si tratta di un processo in avanzamento) prospettato dall’istituzione del Reddito di Cittadinanza, è altamente vivo, alimentato da un’inflazione che non si arresta e da un adeguamento economico che non è in grado di fronteggiarla con efficacia. Pertanto, già a suo tempo, l’INPS aveva iniziato a dotare, in particolare, i pensionati più anziani con redditi molto bassi di una Carta Acquisti, erogata in collaborazione con Poste Italiane, destinata alla spesa essenziale, ossia alimenti e bollette.

Essa persegue la sua presenza, e con essa è giunta all’odierno varo la Carta Risparmio Spesa, voluta dal governo Meloni tramite il Ministero dell’Agricoltura e il dicastero dell’Economia. Mentre la prima consta di un’erogazione di 80 euro bimestrali, la presente Carta può essere considerata come un bonus spesa, dal momento che ad oggi provvederà a fornire un importo di 382,50 euro una tantum.

Approderà ufficialmente nel mese di luglio, tra le famiglie con un reddito ISEE non superiore a 15mila euro. Sarà un “blocchetto” di buoni spesa per l’acquisto di beni di prima necessità, distribuito dai Comuni, tramite la lista fornita agli enti locali dall’INPS. Ciò vuol dire che eventuali beneficiari non dovranno impegnarsi a richiedere la Carta, ma gli verrà assegnata tramite i requisiti raggiunti dai nominativi presenti nell’Anagrafe della Popolazione Residente (Anagrafe comunale). Pertanto, non serve nemmeno ricorrere all’assistenza di un CAF.

 

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