Chi ha la Naspi ha diritto a questo extra: è un rimborso

Ecco di cosa si tratta circa le somme del rimborso che presto perverranno nelle tasche dei percettori dell’indennità di disoccupazione. I particolari

si riceve questo rimborso con naspi
Naspi (Foto Adobe -pensioniora.it)

Non c’è dubbio che tra le percentuali che più oggettivamente trasmettono un senso impressione, almeno in termini sociali, vi sono quelle relative alla disoccupazione. D’altronde, ad alterare il senso dei numeri ci pensa la dicotomia sulla prima e principale prerogativa costituzionale, ovverosia che questa Repubblica è fondata sul sacrosanto principio del lavoro. 

Pertanto, quando le statistiche rivelano costanti voragini tra la forza lavoro e la graduale, costante riduzione di produttività, ci si espone al rischio di un vero e proprio allarme sociale, acuito sensibilmente dal palesarsi delle crisi economiche in fila indiana, le quali hanno, stanno e declineranno i tempi ancora per diversi anni. Nel frattempo, la natura stessa del lavoro si sta modificando, sotto la tensione di una tecnologia in grado di delegare  per esteso intere mansioni e una gran parte delle filiere della produzione a computers, robot, intelligenza artificiale.

Chi ha la Naspi ha diritto a questo rimborso: da quale adempimento scaturisce 

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Naspi (Foto Adobe -pensioniora.it)

Di fronte al grosso pericolo di non cogliere i segni all’orizzonte del cambiamento, e quindi di avviarlo coraggiosamente, i diritti dei lavoratori e no (ossia, i disoccupati) finiscono per costituire provvisori dettagli capaci di smarrirsi nelle maglie delle leggi di bilancio. Non è un caso che le politiche del lavoro, come quelle delle pensioni, contengono non pochi tratti riguardanti il breve termine più che ampi orizzonti: non bisogna dimenticare che oltre adì una gestione amministrativi con sin troppi margini di miglioramento, c’è l’onnipresente questione demografica. 

Quest’ultima incide, come si sa, sull’accesso di nuove leve di lavoratori parimenti sull’uscita dei lavoratori pensionabili, i quali hanno raggiunto, o stanno imminentemente raggiungendo la soglia della pensione; basterebbe una leggera “spintarella”, un accompagnamento anticipatorio, in modo tale da immettere i nuovi lavoratori, prodotti da una società che registra sempre meno nascite. Ma tutto questo avviene soltanto di fronte al diktat del credito presente nelle casse dell’INPS; se esso non concede margini si creano stagnazione professionale e nuove classi di inoccupati.

Le ultime crisi economiche, nella cornice di contratti a tempo determinato o a progetto, oltre che di collaborazioni senza prolungamento, si sono espresse altresì in termini di casa integrazione e disoccupazione. Lavoratori dipendenti e collaboratori, nelle prime fasi successive al termine del rapporto di lavoro, possono usufruire dell’indennità di disoccupazione erogata dall’INPS, la cosiddetta Naspi. Lo strumento previdenziale ha una durata minima di 6 mesi e si protrae a seconda del contratto di categoria di provenienza.

Dopo 6 mesi di erogazioni, la misura è scalata mensilmente del 3% applicato sull’importo del mese precedente, fino alla scadenza prevista. All’inizio dell’anno successivo a quello d’imposta, l’INPS invia la Certificazione Unica, utile per la dichiarazione dei redditi. Pertanto, il contribuente che ha pagato di più ha diritto al rimborso Irpef. Nel caso specifico della Naspi, potrebbero essere state applicate più imposte del dovuto. Dal portale MyINPS, il percettore può verificare se ha diritto ad una somma di rimborso. Generalmente, esso si ottiene nel mese di agosto, dopo che si è definitivamente concluso l’iter di presentazione dei modelli 730. La somma viene erogata direttamente dall’Istituto tramite bonifico.

 

 

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