Nuovo RdC: sarà penalizzato chi avrà questa età

Ecco quali vecchi percettori e nuovi esclusi non potranno ricevere gli importi previsti nella misura piena dallo strumento di sostegno al reddito

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Nuovo Rdc (Foto Adobe – pensioniora.it)

In queste settimane l’Agenzia delle Entrate è impegnata nella prassi di presentazione che concerne la dichiarazione dei redditi. Dunque, sono numerosi i contribuenti coinvolti nel primo e più importante adempimento a carico dei cittadini. L’obbligo chiama ogni anno un’ampia sequenza di contribuenti in possesso di redditi e di patrimoni: si parla di pensionati che posseggono anche altre entrate (rendite, ad esempio, ma anche trattamenti pensionistici derivanti da gestioni separati); poi, ovviamente, vi sono i lavoratori.

I contribuenti in possesso di redditi da lavoro chiamati all’adempimento fiscale sono i lavoratori autonomi, partite iva e lavoratori dipendenti che recepiscono redditi da più sostituti d’imposta, dunque da più datori di lavoro. Per quest’ultima tipologia, l’utilità della dichiarazione si traduce nell’opportunità di rettificare gli importi (trasmessi erroneamente all’ente previdenziale) che costituiranno il credito d’imposta. Sembra paradossale, ma il versamento di queste tasse certifica una condizione di sussistenza che non è appannaggio di tutti gli italiani.

Nuovo RdC: con questa età, gli assegni saranno più bassi

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Nuovo Rdc (Foto Adobe – pensioniora.it)

D’altronde, la lista dei cittadini che hanno richiesto all’INPS gli strumenti al reddito da esso erogati, è lunghissima. Complice un contesto di crisi sempre meno temporaneo e con conseguenze sempre più impattanti sulle famiglie. Nell’ultimo anno sono bastate le bollette del gas per generare condizioni di penuria economica particolarmente gravi. A tutt’oggi i rimborsi della stabilizzazione degli importi sul gas non trovano ancora riscontro concreto nella fatturazione dei consumi.

Dunque lo Stato si trova nel doppio fronte di finanziarsi tanto con le dichiarazioni dei redditi quanto con la periodica rottamazione delle cartelle esattoriali. In tale contesto sono comprese anche politiche di risparmio, come lo stralcio dei debiti fino a mille euro, cancellando in questo modo la spesa (superiore) per riscuotere le cifre in oggetto. È una questione di credito quella che oggi coinvolge le misure assistenziali più importanti come ad esempio l’Assegno Unico e universale. 

I primi annunci sugli aumenti, legati alle rivalutazioni su base inflazionistica, datati gennaio 2023, si scontrano con le lunghe tempistiche di ricalcolo e successivamente con la disponibilità dei fondi presenti nelle casse INPS. Qualche taglio è oggettivamente presente nell’odierna fotografia del Reddito di Cittadinanza, non più quella nata nel 2019, ma scaturita dalla riforma della nuova MIA, la misura di inclusione attiva, che dal 1° gennaio 2024 sostituirà definitivamente il primo. Oltre ad essere meno generosa, essa comporta forti limitazioni nella durata dei pagamenti e nella platea. Soltanto due categoria: soggetti occupabili, ai quali spetterà il Supporto di Formazione e Lavoro; non occupabili, destinatari dell’Assegno di Inclusione. Complessivamente, il contributo scenderà del 40% per ciascuno dei percettori. L’Assegno di Inclusione fa eccezione con i suoi 500 euro al mese, ma l’accesso è ridotto a disabili, minori e persone over 60. La soglia di accesso dell’ISEE arriva a 9.360 euro. Gli adulti tra 18 e 59 anni, ancorché non necessitanti di cure e privi di figli minori a carico, non riceveranno le integrazioni sui coefficienti dedicati ai portatori di disabilità o soggetti non autosufficienti. Nella scala di equivalenza, i coefficienti saranno, per questi ultimi, più bassi.

 

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