Tasso variabile, quanto può aumentare di massimo la rata

Che livelli può raggiungere una rata calcolata con un tasso variabile, ecco quelache indicazione di cui tener conto

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Mutuo casa (Foto Adobe – pensioniora.it)

La possibilità di altri aumenti dei tassi di interessi sta cambiando definitivamente il mercato dei mutui e dei finanziamenti a tasso variabile. L’eventualità di ulteriori incrementi spaventa i risparmiatori e le famiglie alle prese con la crescita degli interessi per i mutui di case ed appartamenti. Oggi sono circa 3 milioni e mezzo le famiglie in Italia che hanno comprato casa con questo strumento finanziario.

Il tasso ufficiale della Banca Centrale Europea (BCE) è attualmente fissato al 4 per cento. Questo rappresenta il tasso con il quale la BCE fa dei prestiti alle banche che operano nell’Unione Europea. Inoltre, e questo è l’aspetto fondamentale per chi è alle prese con i mutui a tasso variabile, è usato come criterio di indicizzazione dei mutui ipotecari a tasso variabile. La stretta monetaria decisa dalla BCE con la crescita dei suoi indici non fa altro che spingere verso l’alto i tassi su mutui e prestiti concessi dalle banche a famiglie e imprese.

Cosa succede ai tassi variabili

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Tasso variabile (Foto Adobe – pensioniora.it)

Le politiche monetarie decise a livello europeo hanno una ricaduta immediata sul mercato dei mutui in Italia, e in tutto il continente. Con una scelta di tipo espansivo, coè con la riduzione dei tassi di interesse, i mutui con taso variabile diventano più vantaggiosi per i mutuatari. Invece in presenza di politiche restrittive, scelte per ridurre l’inflazione, i tassi variabili aumentano con effetti immediati per famiglie e imprese.

Ad avere effetti sull’andamento dei tassi è anche l’economia internazionale. In fasi di crescita economica e di espansione della spesa i tassi tendono a crescere per il maggior peso della domanda di prestiti. Mentre in fasi di recessione economica con diminuzione della domanda di mutui, i tassi tendono a diminuire. Tuttavia questa situazione non sempre avviene. Nel periodo attuale contrassegnato da crisi economica e inflazione, i tassi di interesse crescono proprio per le scelte di politica monetaria.

Le condizioni offerte dei prestiti e dei mutui delle banche ai clienti possono variare, sulla base dei rischi di credito e dell’inflazione, con il risultato di influenzare il tasso di interesse dei mutui. Tuttavia oggi ad essere determinante è il tasso BCE al 4 per cento, con conseguenze immediate sui tassi applicati dalle banche, gli aumenti sono stati infatti fino al 50-60 per cento dei tassi variabili sulle rate dei mutui. Ed oggi il tasso fisso può apparire più conveniente del variabile.

Quanto possono crescere i tassi variabili

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Tasso variabile (Foto Adobe – pensioniora.it)

Molte famiglie non hanno più i parametri reddituali per accedere a un mutuo con tassi variabili elevati. L’effetto dell’inflazione è una perdita del potere d’acquisto delle famiglie, circa del 22 per cento nell’ultimo anno, e quindi la necessità per accedere a un finanziamento di un reddito più alto, del 27 per cento rispetto a un anno fa.

Attualmente il tasso Euribor, usato come base per il calcolo degli interessi varabili per i mutui, è oltre il 3 per cento. La conseguenza è un tasso variabile al 5 per cento applicato ai clienti, con aumenti del 60 per cento in 12 mesi. Significa che una rata che a luglio 2022 costava 540 euro, oggi ne costa circa 850. Le previsioni per i prossimi mesi non sono incoraggianti.

La stretta monetaria della BCE continuerà nei prossimi mesi con aumenti dei tassi di riferimento e di conseguenza con una crescita dei tassi variabili sui mutui. Con gli aumenti previsti per luglio dei tassi europei potrebbero portare la crescita degli interessi variabili sui mutui fino al 5,5 per cento, con aumenti delle rate di mutui a tasso variabile stimabili nel 60-65 per cento su base mensile e rischio maggiore di indebitamento per i mutuatari.

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