Col Decreto Lavoro aumenta anche la Naspi?

Con il Decreto Lavoro speranze per un incremento dell’importo della Naspi per i disoccupati, ecco i dettagli

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Inps (Foto Adobe – pensioniora.it)

La Naspi (Nuova assicurazione sociale per l’impiego) è uno degli ammortizzatori sociali  più importanti tra quelli destinati a sostenere i lavoratori alla prese con la perdita dell’occupazione. Introdotta da diverso tempo, ha sostituito delle due precedenti misure di sussidio alla perdita del lavoro:  la  Aspi e la Mini Aspi. La misura  è accreditata  dall’Inps dopo richiesta inviata, per via telematica, dal dipendente senza occupazione e corrisposta per un periodo massimo di 24 mesi, solo nell’eventualità di perdita involontaria del posto di lavoro e di dimissioni per giusta causa.

L’indennità si prende pagando almeno 13 settimane di contributi nei 4 anni precedenti il periodo di disoccupazione, con una retribuzione settimanale non inferiore al minimo retributivo indicato dall’Inps stesso. La domanda si deve effettuare entro 68 giorni dalla data di perdita del lavoro ed è presentabile da tutti i dipendenti con rapporti di lavoro subordinato, dai lavoratori del settore artistico con contratti di lavoro subordinato, dai soci lavoratori di cooperative con rapporti di subordinazione con le cooperative stesse, dai dipendenti a tempo determinato delle amministrazioni pubbliche, dagli apprendisti.

Decreto lavoro e Naspi possibile incremento?

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Inps Naspi (Screenshot Facebook – pensioniora.it)

Come noto da luglio arriveranno in busta gli aumenti determinati dal taglio del cuneo fiscale, cioè dalla riduzione della percentuale di contributi versati dal dipendente all’Inps. Dal mese di luglio  a quello di dicembre l’aumento del taglio dei contributi sarà basato sul reddito del lavoratore, nel dettaglio passerà dal 3 al 7 per cento per i redditi fino a 25mila euro all’anno, mentre crescerà dal 2 fino al 6 per cento per i redditi fino a 35mila euro all’anno.

Quindi lo sgravio contributivo (che sarà colmano dalle casse statali, non dai datori di lavoro) abbasserà l’aliquota contributiva fino al 2,19 per cento per la fascia di reddito fino ai 25 mila euro annui, mentre l’aliquota contributiva sarà del 3,19 per cento per la fascia di reddito fino ai 35mila euro annui. Quindi l’importo netto versato nelle buste paga dei dipendenti sarà maggiore nei mesi tra luglio e dicembre, rispetto a quanto ricevuto tra fino a giugno.

C’é da considerare comunque che non tutto lo sgravio contributivo significa netto in busta paga, infatti ad aumentare è l’imponibile Irpef, con crescita reale di 65,70 euro al mese per i redditi più alti e di 25,67 per i più bassi (tra 10mila e 12.500 euro di reddito annuo).

Sale anche l’indennità di disoccupazione?

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Inps (Foto Adobe – pensioniora.it)

La risposta alla domanda se anche la Naspi subirà degli incrementi per quanto minimi, la risposta è negativa. La Naspi non crescerà nel mese di luglio. L’unico incremento per il 2023 è stato quello relativo alla perequazione dell’importo al tasso di inflazione annuo, come anticipato dall’Istituto di previdenza sociale con la circolare numero 14 del 3 febbraio del 2023.

Ricordiamo che l’aumento della busta paga altro non è che uno sgravio contributivo della quota versata dagli stessi lavoratori che resta in busta paga. I disoccupati che ricevono l’indennità Naspi non versano contributi e quindi per loro nessun sgravio contributivo è possibile. Non resta che attendere l’anno prossimo per il nuovo adeguamento all’inflazione e sperare in incrementi decisi a livello governativo, dei quali al momento non vi è traccia.

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