In pensione a 60 anni: si valutano queste novità

Che possibilità per andare in pensione a 60 anni, ecco quali gli sviluppi dell’attuale normativa in materia

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Opzione donna (Foto Adobe – pensioniora.it)

La discussione in materia di riforma delle pensioni continua, anche se al momento non sono stati raggiunti risultati soddisfacenti. Le condizioni economiche, i paletti di bilancio e la disponibilità di risorse ridotta per una modifica sostanziale del sistema limitano gli spazi di manovra e gli interventi restano su un piano parziale, con misure di carattere particolare.

L’obiettivo resta il superamento complessivo dell’impostazione Fornero che scontenta tutte le arti in causa, ma che al momento non trova soluzioni alternative praticabili. La proposta di estendere quota 103 o quota 41 (valida per i lavoratori precoci in attività usuranti o notturne) deve passare il vaglio della contabilità di Stato e resta una soluzione parziale. Anche l’estensione dell’Ape sociale che appare possibile, resta un provvedimento che non risolutivo. Insomma le trattative in corso hanno come obiettivi risultati parziali e non la riforma complessiva del sistema, come dimostra la questione di Opzione donna.

Pensione a 60 anni, per chi

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Opzione donna (Foto Adobe – pensioniora.it)

I requisiti attuali di Opzione donna sono stati ritoccati in senso restrittivo con la le legge di bilancio 2023, per accedere alla pensione anticipata Opzione donna sono necessari entro il 31 dicembre 2022: anzianità contributiva di almeno 35 anni e un’età anagrafica di almeno 60 anni. Inoltre le lavoratrici che intendono avvalersi di questa possibilità devono al momento dell’invio della domanda trovarsi in una delle seguenti condizioni:

  • essere caregivers, da almeno 6 mesi di in invalido grave convivente (coniuge o parente di primo grado);
  • essere caregivers di un parente di secondo grado convivente che non abbia assistenza;
  • avere un’invalidità civile riconosciuta pari almeno al 74 per cento.

Nei tre casi elencati il requisito anagrafico è abbassato di un anno per ogni figlio, per un massimo di 2 anni.

Oltre a queste donne, possono accedere all’anticipo pensionistico le lavoratrici che, oltre a possesso dei requisiti contributivi, siano dipendenti di imprese in cui è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale. In questo caso il requisito anagrafico scende a 58 anni a prescindere del numero dei figli.

La decorrenza di Opzione donna 2023 è di 12 mesi dalla maturazione dei requisiti indicati per le lavoratrici dipendenti, mentre è di 18 mesi per le lavoratrici autonome. Queste le condizioni attuali, ma con molta probabilità saranno modificate.

Novità per Opzione donna l’anno prossimo

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Opzione donna (Foto Adobe – pensioniora.it)

Da ricordare che questo anticipo pensionistico è valido per le lavoratrici che hanno versato contributi all’Inps fino al 31 dicembre 1995, sono escluse tutte le lavoratrici che hanno già optato per il regime contributivo. Nel 2024 Opzione donna potrebbe essere mantenuta con la formula vigente, ma si tratta di una possibilità non del tutto condivisa. Potrebbero invece essere reintrodotte le regole previste prima delle ultime modifiche.

Altra possibilità una completa riformulazione di Opzione donna con requisiti anagrafici tra i 61 e 63 anni, a prescindere dal numero dei figli e dell’inquadramento, con 35 anni di contributi. In ballo resterebbe l’obbligo del sistema contributivo, anche per chi potrebbe mantenere il sistema misto ben più conveniente del contributivo puro, con perdite dell’ammontare della pensione del 30 per cento, un importo notevole che potrebbe rendere l’assegno ben poco attraente e limitare l’accesso alla prestazione.

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