Pensioni, niente quota 41: cosa accadrà adesso

Per il 2024 non ci sarà nessuna Quota 41 per quanto riguarda il pensionamento anticipato: ecco come cambia adesso lo scenario pensionistico

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no a quota 41 scenario 2024 (Foto Adobe-pensioni.it)

Quello delle pensioni continua ad essere uno dei temi più caldi nel nostro Paese. Il governo Meloni è già al lavoro per la nuova Legge di Bilancio 2024 che includerà anche una nuova riforma che riguarda proprio le pensioni. In queste settimane le varie forze politiche hanno proposto le loro idee ma, molte di queste, non potranno essere attuabili a causa della mancanza di fondi.

In particolare la premier Giorgia Meloni ha affermato che non ci sono fondi a sufficienza per istituire Quota 41, obiettivo su cui spinge la Lega di Matteo Salvini. La misura, che avrebbe dovuto permettere l’uscita dal mondo del lavoro con 41 anni di contributi, a prescindere dall’età, quindi non ci sarà. Come cambia quindi adesso lo scenario pensionistico italiano?

Pensioni, salta Quota 41: ecco i possibili scenari per il 2024

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no a quota 41 scenario 2024 (Foto Adobe-pensioni.it)

La proposta del leader della Lega Matteo Salvini non vedrà alcuno sbocco: Quota 41 dovrà infatti attendere vista la mancanza di fondi nelle casse dello Stato. Il Ministro dell’Economia Giorgetti, d’accordo con la premier Meloni, ha affermato che non ci sono i soldi per mettere mano al sistema previdenziale. La legge Fornero non sarà superata nemmeno nel 2024 ma ci sarà una possibile proroga di Quota 103.

Anche per il 2024, quindi, si potrà lasciare il mondo del lavoro con Quota 103, ovvero con un anticipo di 5 anni, ovvero a 62 anni invece che a 67 e con 41 anni di contributi. Per il 2024, oltre a Quota 103, dovrebbero essere prorogate anche Opzione Donna per le lavoratrici con 35 anni di contributi e un’età minima di 60 anni se non si hanno figli, e Ape sociale per i lavoratori disagiati.

Un’ipotesi è che le ultime due misure previdenziali vengano accorpate in un’unica misura. E contemporaneamente i sindacati e una parte della maggioranza vorrebbero un ripristino di Opzione donna nella sua forma originaria, e cioè uscita anticipata a 58-59 anni di età con 35 di contributi per tutte le lavoratrici in cambio di un assegno calcolato con il sistema contributivo e quindi meno cospicuo.

Tutto in stallo, quindi, dal momento che, secondo i primi calcoli, Quota 41 comporterebbe una spesa stimata di poco più di un miliardo nel 2024 e di 2,2 nel 2025. Si tratta di una spesa troppo alta anche calcolando il fatto che solo un 50% dei neo pensionati potrebbe scegliere Quota 41 mentre l’altra metà potrebbe rinunciare a causa della riduzione dell’assegno legata al calcolo integrale col contributivo.

E’ la stessa premier Giorgia Meloni a tirare il freno a mano per quanto riguarda la riforma delle pensioni affermando che è “ancora troppo presto per anticipare le misure, misure ancora al vaglio del ministro dell’Economia”. Sicuramente la nuova Legge di Bilancio avrà tra i suoi pilastri il taglio del cuneo fiscale.

Nonostante ciò anche Forza Italia spinge per un aumento delle pensioni, almeno per le pensioni minime. Silvio Berlusconi aveva lanciato l’idea di quota mille euro per le pensioni minime mentre oggi, il suo partito propone tra i 650 ed i 700 euro mensili. 

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