Quali disoccupati non possono avere la Naspi

Quale categoria di lavoratori disoccupati non puoò ricevere la naspi, ecco cosa prevede la normativa in vigore

disoccupati che possono richiedere naspi
Esclusi Naspi (Foto Adobe – pensioniora.it)

L’ammortizzatore sociale  più utilizzato tra quelli pensati per sostenere i lavoratori alla prese con la perdita del lavoro è la Naspi (Nuova assicurazione sociale per l’impiego). È stata introdotta nel 2014 quando ha preso il posto delle due precedenti misure di sussidio alla perdita dell’occupazione:  la  Aspi e la Mini Aspi. La prestazione è erogata dall’Inps dopo domanda presentata, per via telematica, dal lavoratore senza occupazione e corrisposta per un periodo massimo di 24 mesi.

Ma è accreditata solo nel caso di perdita involontaria del posto di lavoro e di dimissioni per giusta causa. L’indennità si ottiene se risultano versate almeno 13 settimane di contributi nei 4 anni precedenti il periodo di disoccupazione, con una retribuzione settimanale non inferiore al minimo retributivo indicato dall’Istituto di previdenza sociale.

Quali lavoratori disoccupati sono esclusi dalla misura

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Inps (Foto Adobe – pensioniora.it)

La richiesta per avere la Naspi deve essere presentata entro 68 giorni dalla data di perdita del lavoro ed è erogata a tutti i dipendenti con rapporti di lavoro subordinato, ai lavoratori del settore artistico con contratti di lavoro subordinato, ai soci lavoratori di cooperative con rapporti di subordinazione con le cooperative stesse, ai dipendenti a tempo determinato delle amministrazioni pubbliche, agli apprendisti, agli operai agricoli a tempo indeterminato. Se in possesso di tutti gli altri requisiti previsti dalla legge.

Ma da questo lungo elenco sono esclusi dei lavoratori per i quali l’indennità di disoccupazione non è prevista. Quindi non hanno riconosciuta la prestazione i dipendenti a tempo indeterminato della pubblica amministrazione, gli operai agricoli a tempo determinato, i lavoratori extracomunitari con permesso di soggiorno per lavoro stagionale, i lavoratori che hanno raggiunto i requisiti per la pensione di vecchiaia o anticipata, i lavoratori invalidi che ricevono già un assegno ordinario di invalidità, a meno che non scelgano la Naspi tra le due misure.

Esiste un nutrito numero di lavoratori dipendenti ai quali non è riconosciuta l’indennità di disoccupazione. Ma non solo la Naspi non è erogata nemmeno nei casi di dimissioni o di risoluzione consensuale del contratto, a meno che non si tratti di dimissioni per giusta causa come accennato.

Qualche informazione sulla Naspi

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Naspi (Screenshot facebook – pensioniora.it)

La cifra erogata con la Naspi è pari al 75 per cento dello stipendio medio al mese imponibile per i fini previdenziali degli ultimi quattro anni. La Naspi diminuisce ogni mese del 3 per cento a partire dal sesto mese di fruizione, la riduzione parte dall’ottavo mese se il disoccupato ha più di 55 anni. L’importo massimo non può superare per l’anno in corso la somma di 1.470,99 euro.

I pagamenti del contributo iniziano a decorrere dall’ottavo giorno, se la domanda è presentata entro 8 giorni dalla fine del rapporto di lavoro; per le domande presentate dopo l’ottavo giorno ed entro il giorno 68esimo, il pagamento parte dal giorno successivo a quello di invio della richiesta. Per questo motivo conviene presentare domanda nel più breve tempo possibile per non perdere nessuna giornata di indennità.

La decorrenza indica da quando è riconosciuto il pagamento, cioè il versamento vero e proprio. Purtroppo infatti i primi accrediti dopo la domanda spesso arrivano solo 3 o 4 mesi dopo e diventano regolari soltanto con le rate successive.

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