Cartelle esattoriali, quando si può presentare un ricorso

Ci sono delle occasioni nelle quali è possibile presentare un ricorso contro le cartelle esattoriali, vediamo quando è possibile

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Posta elettronica certificata (Foto Adobe) – Pensioniora.it

Sempre più spesso le comunicazioni dell’Agenzia delle Entrate con i contribuenti avvengono per mezzo della PEC (Posta elettronica certificata). Proprio l’invio delle cartelle esattoriali capita ormai mediante PEC, proprio perché questo tipo di casella elettronica è obbligatoria per professionisti, commercianti, artigiani, imprenditori.

Dal mese di luglio poi, anche i semplici contribuenti possono decidere di inviare e ricevere notifiche dall’Agenzia delle Entrate mediante PEC. Ma non tutti sono a conoscenza del fatto che l’invio della PEC delle rispettare alcune regole prevista dalla norma. Vi sono diversi dati infatti da verificare quando si riceve una comunicazione dal Fisco, anche se inviata tramite PEC, ben sapendo che se viene spedita rispettando tutte le prescrizioni la PEC assume il valore di raccomandata.

Controllare la ricezione della cartella esattoriale

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Agenzia Entrate Riscossione (Screenshot Facebook) – Pensioniora.it

Con la PEC è possibile provare la ricezione, come con la raccomandata tramite la firma da apporre al portalettere, attraverso la ricevuta di avvenuta consegna. Con questa strumento le possibilità di contestazione diminuiscono (irreperibilità della persona o consegna a persona sbagliata), con un notevole risparmio di tempo per via della trasmissione in tempo reale.

Ma i risparmi non sono soltanto per l’amministrazione, anche il contribuente pur pagando un canone annuale, può inviare le raccomandate di cui ha necessità senza affrontare le spese di spedizione alle poste. Occorre comunque sottolineare che pur con molti vantaggi, la PEC necessità di attenzioni soprattutto nelle fasi di ricezione e di invio.

Innanzi tutto per essere valida mittente e destinatario devono ambedue essere in possesso di PEC. Quindi solo se destinatario e mittente hanno caselle PEC, la comunicazione è valida come raccomandata. Il mittente la spedisce da una casella di posta elettronica e il destinatario la riceve con una casella di posta elettronica. Ma questa non l’unica condizione da rispettare per l’Agenzia delle Entrate.

Tutti gli indirizzi di posta elettronica devono essere inseriti e catalogati in appositi registri pubblici. Quindi per essere valida, la comunicazione dell’agente della riscossione deve essere inviata da un indirizzo PEC presente in modo corretto nel registro pubblico. Gli indirizzi usati per queste comunicazioni ufficiali devono essere consultabili nei registri per evitare truffe e raggiri. Il mittente viene  in tal modo individuato senza possibilità di errore, come prevede il Codice dell’Amministrazione digitale.

Quando fare ricorso

I registri pubblici da consultare sono 4 e cioè: Inad, Reginde, Ini-Pec e Ipa (queloo che interessa pe le notifiche delle cartelle esattoriali). Quindi al momento della ricezione della cartella esattoriale via PEC è bene controllare che l’indirizzo del mittente sia presente nell’elenco dell’Ipa che contiene tutti gli indirizzi PEC delle Pubbliche Amministrazioni e di chi svolge servizi pubblici. Se l’indirizzo non c’è, la cartella è nulla e si può presentare ricorso entro 60 giorni dalla ricezione.

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