In caso di eredità senza testamento quali sono le quote spettanti agli eredi, ecco che cosa dice la legge al riguardo
Le questioni relative alle eredità sovente causano discussioni e tensioni familiari. Una successione infatti coinvolge affetti e legami sentimentali, ma anche interessi materiali e concreti che possono creare contrasti e litigi. Non sono rari i casi in cui tali situazioni finiscono in tribunale per trovare una soluzione risolte. Non casualmente il Codice civile dedica molti articoli proprio alle problematiche relative a successioni ed eredità.
Quando non c’è un testamento, che comunque deve rispettare delle precise disposizioni di legge per essere valido la norma prevede infatti anche in caso diritti e quote spettanti ai parenti più prossimi, è il Codice ad indicare la suddivisione dell’eredità e i le parti di ogni congiunto a partire da coniuge e figli della persona defunta.
Eredità senza testamento quote spettanti ai familiari
Quando non esiste un testamento si parla di successione legittima, disciplinata dal codice civile. Questo individua gli eredi aventi i diritti sull’eredità. Questi sono il coniuge, i discendenti legittimi e naturali (i figli), gli ascendenti legittimi (genitori), i collaterali (fratelli germani e unilaterali) e gli altri parenti fino al sesto grado.
Nel caso siano sono presenti più soggetti interessate all’eredità, è quello più stretto ad essere erede con l’esclusione di quelli lontani. Alcuni parenti hanno sempre diritto a una quota dell’eredità, si tratta dei cosiddetti eredi legittimari. Si tratta del coniuge, dei figli, degli ascendenti (cioè i genitori e i nonni). In caso di eredità senza testamento i parenti più vicini alla persona defunta sono quelli che ereditano.
Va ricordato che i parenti possono essere in linea retta (padre e figlio per esempio o nonno e nipote) o in via collaterale (fratelli, zio e nipote). In genere sono i congiunti vicini ad essere eredi, come detto. Ma vi è una situazione nella quale sono i parenti fino al sesto grado ad ereditare dal defunto. Questo quando non vi siano il coniuge, figli, ascendenti e fratelli.
Quindi in questo caso i parenti fino al sesto grado si dividono l’eredità, in parti uguali ai parenti più prossimi del de cuius (si tratta degli eredi legittimi). Una classica situazione da ricco zio d’America che lascia tutto ai nipoti, non così rara come si pensa. In mancanza assoluta di legittimari, di eredi legittimi e ovviamente del testamento è lo Stato a subentrare ed ereditare i beni del defunto.
Le quote degli eredi
Le quote sono suddivise dalla legge, questi i casi più ricorrenti con il coniuge ancora in vita:
- senza figli, né genitori, né fratelli e sorelle tutta l’eredità spetta al coniuge;
- solo un figlio, metà spetta al figlio e l’altra metà al coniuge anche in presenza di altri parenti, compresi fratelli, sorelle e genitori;
- due o più figli, un terzo spetta al coniuge i due terzi restanti spettano ai figli da dividere tra loro in parti uguali;
- ascendenti vivi, senza fratelli e sorelle del defunto, due terzi al coniuge e un terzo agli ascendenti in parti uguali;
- uno o più fratelli o sorelle del defunto, senza figli né ascendenti due terzi al coniuge e un terzo a fratelli e sorelle da dividere;
- genitori, fratelli e sorelle presenti due terzi vanno al coniuge e un terzo va ad ascendenti e collaterali.
Senza coniuge i casi sono diversi, i più frequenti:
- un unico figlio eredità tutto;
- due o più figli ereditano tutto diviso in parti uguali;
- genitori vivi e non ci sono figli, fratelli e sorelle e loro discendenti: gli ascendenti ereditano tutto da dividere in parti uguali;
- fratelli e sorelle unici eredi dividono tutto in parti uguali;
- genitori e fratelli e sorelle senza figli hanno diritto a tutto diviso a metà per i genitori e l’altra metà a fratelli e sorelle;
- se si sono soltanto parenti dal terzo grado al sesto grado ereditano quelli più vicini iniziando da quelli più vicini (zii, cugini, prozii).