Mutuo: i requisiti necessari per ottenerlo senza problemi

Mutuo: tanti sperano di ottenerelo ma è anche una spesa perenne da portare avanti per decenni. Chi può averlo facilmente

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La maggior parte degli italiani vive nella casa di sua proprietà. Anche chi non ha un reddito alto, avendo l’appartamento sa di possedere una “potenza economica” non indifferente visti i tempi. Molti, appena ottenuto il famoso posto di lavoro, per prima cosa accendono un mutuo.

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L’obiettivo è avere sempre un tetto sulla testa, soprattutto in vista della vecchiaia, e darlo anche ai figli. Chiedono il mutuo anche le persone che una casa già ce l’hanno ma vogliono fare un investimento. Il mattone è sempre una sicurezza.

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Mutuo, i requisiti: le categorie di lavoratori avvantaggiate

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Ma con il lavoro che non c’è o è precario oppure che non garantisce guadagni sufficienti, non è facile ottenere un prestito dalla banca. Sono tanti gli elementi che valutano gli istituti prima di elargirlo.

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Allora come si ottiene un mutuo? Come si calcola? Quali sono i requisiti? Può essere stipulato da tutti i cittadini maggiorenni. C’è un massimo d’età, di solito fissato a 70 anni. La durata non è mai inferiore ai 10 anni e il tempo massimo, generalmente, è di 30 anni.

Prima di erogare il mutuo la banca valuta la sostenibilità della rata da concedere: si verifica se chi accede al debito può ripagarlo con gli interessi. Si valutano eventuali altre uscite per pagamenti di rate e le entrate mensili (che sia lo stipendio o il guadagno da lavoro autonomo). In pratica si verificano attentamente le condizioni economiche. Il rapporto tra rata e stipendio si chiama loan to income.

In quali di esse il mutuo sarà concesso? Generalmente se il rapporto rata mensile/entrate nette mensili non supera il 33%. Gli istituti di credito, che hanno come garanzia un’ipoteca, non concedono quasi mai mutui che abbiano un capitale superiore all’80% del valore della casa. È quello che tecnicamente si chiama LTV, loan to value, il rapporto tra il capitale erogato e valore della casa ipotecata.

È ovvio che un lavoratore dipendente con un contratto a tempo indeterminato o un professionista con un’attività avviata da molto tempo e che produce un reddito alto, per la banca hanno molte più possibilità di ripagare il mutuo.

Discorso ben diverso per chi ha un contratto a termine o a progetto o un lavoratore autonomo. Chi è titolare di Partita Iva e pratica la libera professioni, sa bene che i guadagni possono variare molto.

Se parliamo di professioni che garantiscono alti redditi, la banca vede la situazione con altri occhi. Se invece è il caso di un giovane che tra mille peripezie riesce a pagare le spese della casa, le possibilità di riducono al lumicino e si richiede la fideiussione di un garante.

Per i lavoratori precari, ad esempio, esiste il Fondo di garanzia prima casa gestito da Consap. È la Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici, una società per azioni controlatta totalmente dal Ministero dell’Economica che concede una garanzia statale in alternativa al garante.

Anche chi ha un contratto a tempo indeterminato, soprattutto con un’azienda privata, si pone sempre il problema della perdita del lavoro. In tal caso esiste il Fondo di solidarietà per l’abitazione principale. Accedendo ad esso è possile sospendere il mutuo per un massimo di 18 rate in caso di difficoltà economica.

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