Superbonus, rischio beffa per chi vi ha aderito: cosa succede

L’Associazione Nazionale Costruttori Edili della Sicilia lancia l’allarme superbonus 110%. Molte imprese corrono dei rischi

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Il superbonus 110% è ancora in una fase delicata di risoluzione delle problematiche riscontrate negli ultimi mesi. Alla base ci sono due difficoltà: la prima è legata alla cessione dei crediti che non avviene ancora in maniera disinvolta e ciò frena il proseguimento dei lavori.

Inoltre, i progetti approvati hanno superato, nel loro ammontare totale, i fondi stanziati per il superbonus edilizio. Lo sforamento equivale a circa 13 miliardi di euro. Un buco al quale ìil Governo non ha ancora deciso come far fronte. Del resto, una delle cause dello scontro che hanno portato alla caduta dell’esecutivo Draghi riguarda anche il rifinanziamento del provvedimento al fine di coprire il buco creatosi.

Superbonus, i rischi dovuti alla fase di stallo

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La fase di stallo, poi, rischia di creare un grosso problema per i lavori dei privati. Infatti, mentre i condomini hanno tempo fino al 2023 per terminare i lavori, le case familiari devono essere completate entro dicembre 2022. Inoltre, i crediti saranno concessi se entro settembre saranno terminati i lavori per il 30%.

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Il blocco dei crediti ha bloccato diversi cantieri con imprese che, oltre a rischiare il fallimento, possono anche incappare nell’intervento dell’Agenzia delle entrate qualora a settembre non si raggiunga il 30% dei lavori compiuti. A lanciare l’allarme è l’Ance Sicilia, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili dell’isola.

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L’associazione, infatti, ha denunciato i rischi di questa fase: “A breve l’Agenzia delle Entrate potrebbe richiedere ai proprietari degli immobili, con i cantieri fermi da mesi, di restituire le somme finora percepite più le sanzioni perché i lavori non sono stati completati nei termini. E occorre salvare da sicuro fallimento le imprese edili coinvolte che attendono da mesi di recuperare gli investimenti anticipati”, ha dichiarato l’associazione a Repubblica. Inoltre, molte società creditizie non conoscono nello specifico i rischi che corrono se interagiscono con un soggetto giuridico autore di frode. Questo vuoto frena le operazioni di cessione del credito.

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