Polemica per la pensione di Albano: “E’ bassa, così non si vive”

Il famoso cantante italiano Albano Carrisi, non è soddisfatto della sua pensione INPS. Come mai lo Stato non garantisce sussidi maggiori?

La denuncia di Albano
Il famoso cantante italiano non è soddisfatto della sua pensione-(Foto Facebook)

Senza pensione, difficilmente si pensa di vivere continuamente la propria vita, tranquillamente e senza difficoltà economiche. La pensione, infatti, è un bene che lo Stato deve garantire a tutti, per poter andare avanti nella propria vita, per affrontare le difficoltà che si pongono davanti.

Come i normali lavoratori, o cittadini, giustamente anche star dello spettacolo, cinema e della musica, devono ottenere la garanzia della pensione. In quest’ambito, ci sono anche i diritti musicali, che possono far entrare qualche euro in più. Ma non sempre. Quanti volti famosi si sono spesso lamentati, perché la retribuzione della pensione non era soddisfacente.

Albano e la sua misera pensione

La denuncia di Albano
Il cantante è deluso dal trattamento dell’INPS

Durante la loro carriera gli artisti dei vari ambiti dello spettacolo, ricevono come sappiamo grandi entrate monetarie. Quindi più ricevono e più tasse devono pagare allo Stato. E qui scatta il problema. Se durante la loro vita, danno tanto, in cambio alla loro pensione, devono ricevere una grande retribuzione monetaria, non solo spiccioli.

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Ecco che abbiamo l’esempio di Albano Carrisi, grande cantante italiano che con sua moglie Romina Power ha segnato intere generazioni di musica italiana. Il cantante, denuncia la sua posizione di pensione, in quanto non la ritiene alquanto soddisfacente.

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Il cantante evidenzia che con 1470 euro, non ce la fa ad andare avanti. Ritiene basso il contributo che l’INPS gli versa nelle sue tasche. Un artista come lui, che ha dato allo Stato tasse e contributi, ritiene di meritare di più. Egli infatti sostiene che con questa cifra non ce la fa a pagare tutto ciò che fa nella sua vita.

Albano denuncia inoltre, i diversi trattamenti che l’INPS effettua con i lavoratori o gli amministratori statali, che ottengono sussidi pensionistici molto alti, anche se un giorno verranno licenziati. Questo perché sono funzionari statali, e lavorando per uffici riconosciuti otterranno molto di più un giorno.

Ma è giusto tutto questo? È una domanda spontanea che ci poniamo tutti.

 

 

 

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