Pensione reversibilità anche ai figli illegittimi: quanto spetta

Un particolare caso di costituzionalità riguardo alla pensione di reversibilità per i figli nati al di fuori del matrimonio

Pensione reversibilità figli fuori matrimonio
Pensione reversibilità figli (Foto Adobe)

La pensione di reversibilità è un istituto che garantisce un’assistenza pensionistica al coniuge superstite e ai figli del deceduto. Si tratta di una misura importante che si basa su un vincolo di solidarietà familiare e che si richiama a precisi valori costituzionali. Purtroppo la realtà e la varietà delle situazioni pone i giudici, chiamati a esprimersi su casi concreti ad affrontare situazioni molto complesse, a interventi apparentemente in contraddizione con tali principi.

La situazione dei diritti dei figli illegittimi in caso di morte del genitore naturale crea infatti numerosi problemi nel giudizio e rappresenta una situazione che necessità decisioni di competenza legislativa indirizzate a colmare lacune e limite della normativa vigente.

Le quote spettanti di pensione reversibilità ai figli illegittimi

Pensione reversibilità figli fuori matrimonio
Pensione reversibilità (Foto Adobe)

La Corte Costituzionale in una recente pronuncia ha richiamato e confermato una precedente sentenza in cui evidenziò “una discriminazione fra figli naturali e figli legittimi che si poneva in contrasto con gli artt. 3 e 30 Cost.” Un figlio nato dal matrimonio ha diritto al 20 per cento della reversibilità e indirettamente al 50 per cento della quota che spetta al coniuge superstite, genitore di quel figlio.

Al figlio superstite nato al di fuori del matrimonio spetta invece solo la quota del 20 per cento, senza l’assisetnza dell’altro genitore che essendo non coniugato non ha diritto ad alcuna quota. Per la Corte è incostituzionale la legge che prevede che in caso di decesso dell’assicurato, agli orfani di entrambi i genitori spetti il 40 per cento di reversibilità, mentre all’orfano di un solo genitore naturale spetti solo il 20 per cento.

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Nel giudizio della Corte Costituzionale la “condizione del figlio nato fuori dal matrimonio, dunque, è comparabile a quella del figlio orfano di entrambi i genitori. Ma è il legislatore a dover intervenire per colmare questa lacuna normativa. Infatti molti processi, che hanno visto protagonista anche la Corte dei Conti, sulla questione hanno evidenziato questa necessità.

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In attesa che il legislatore modifichi le norme vigenti, si può concludere dicendo che il figlio nato al di fuori del matrimonio ha diritto al 20 per cento della pensione che sarrebbe spettata all’assicurato deceduto suo genitore.

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