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Bonus e Incentivi

Naspi, in questi casi puoi averla anche se ti dimetti

Chi perde il lavoro involontariamente ha diritto alla Naspi. In alcuni casi anche chi si dimette può richiedere l’indennità di disoccupazione

Naspi (Foto Pixabay)

L’indennità di disoccupazione attuale è rappresentata della Naspi e dalla Dis – Coll. La differenza sostanziale tra le due, a parte i conteggi, è che la Dis – Coll è indirizzata ai contratti di collaborazione, mentre la Naspi ai lavoratori con contratto a tempo determinato o indeterminato. Ha diritto alla disoccupazione il lavoratore che perde l’impiego involontariamente. Ovvero in seguito a licenziamento, scadenza del contratto a termine o anche dimissioni involontarie. Su questo punto ci si soffermerà tra poco. La Naspi spetta anche ai lavoratori che sono stati licenziati per giusta causa.

A differenza delle precedenti indennità di disoccupazione, la Naspi non è direttamente correlata con il soggetto che la richiede, dunque con l’età anagrafica, ma con la condizione contributiva del precedente lavoro. Difatti la Naspi viene erogata per la metà del periodo di contribuzione dell’ultimo lavoro. Si può richiedere la Naspi anche con tre mesi di lavoro. E dunque spetterà per un mese e mezzo. Questa regola è valida fino a 24 mesi di assegno Naspi, il massimo che si può percepire in totale.

Naspi, cosa sono le dimissioni involontarie

Naspi (Foto Pixabay)

Abbiamo già accennato al fatto che la Naspi spetta a tutti i lavoratori che perdono l’impiego involontariamente. Dunque chi si dimette volontariamente non può farne richiesta. Ad eccezione delle condizioni – che devono essere dimostrate – in cui il lavoratore è stato costretto a dimettersi. I casi sono molteplici:

• demansionamento;
• mancato pagamento della retribuzione;
• trasferimento del lavoratore da una sede ad un’altra in assenza di comprovate ragioni tecniche, organizzative e produttive previste dall’art. 2103 c.c.;
• notevoli variazioni delle condizioni di lavoro a seguito di cessione di azienda;
• mobbing, inteso quale crollo dell’equilibrio psico-fisico del lavoratore, dovuto a comportamenti vessatori da parte dei colleghi o dei suoi superiori;
• comportamento ingiurioso assunto dal superiore gerarchico;
• molestie sessuali sul posto di lavoro.

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In questi casi sopra elencati, l’ex lavoratore può richiedere la Naspi con le dimissioni per giusta causa. La domanda di Naspi in seguito a dimissioni per giusta causa può essere presentata autonomamente, presso il portale INPS, oppure contattando organizzazioni sindacali o consulenti per il lavoro.

Pubblicato da
Giulia Borraccino