Aumento stipendi impiegati 2023: saranno queste le cifre

Ecco alcune novità per gli stipendi degli impiegati che nel corso del prossimo anno avranno degli aumenti

Aumenti busta paga impegati
Aumenti stipendi (Foto Unsplash)

Con la fine dell’anno si prospettano nuove manovre da parte del governo per sostenere le fasce di reddito più basso in difficoltà e alle prese con la crisi economica più grave degli ultimi decenni. Infatti la fiammata inflazionistica non accenna a diminuire, mentre i prezzi del gas naturale hanni ripreso a crecere, dopo un periodo di relativa stabilità.

Terminata la stagione dei bonus, il nuovo esecutivo mira soprattutto al taglio del cosiddetto cuneo fiscale, cioè della componente contributiva di salari e stipendi. Il governo ha infatti deciso di agire sulla quota di contributi versata dai lavoratori. La somma attuale di contribuzione in busta paga è di circa il 33 per cento. Il 23,81 per cento spetta al datore di lavoro, il restante 9,19 è di competenza del lavoratore.

Quanto cresceranno gli stipendi degli impiegati nel corso del 2023

Aumenti busta paga impegati
Aumenti stipendi (Foto Unsplash)

Il governo interverrà sulla parte contributiva del cuneo a carico del lavoratore, non su quella fiscale vera e propria relativa all’Irpef. Per aumentare gli stipendi in busta paga saranno ridotti i contributi versati dal lavoratore nella misura del 3 per cento per gli stipendi fino ai 20/23 mila euro. Mentre per quelli fino a 35 mila euro il taglio sarà del 2 per cento. Nessun vantaggio per le retribuzioni più alte.

Un impiegato part time con una retribuzone annua di 15mila euro lordi, corrispondente a circa 1000 euro mese, con la riduzione del 3 per cento su 13 mensilità, avrà degli aumenti in busta paga di 35 euro lordi al mese. Con una retribuzione annua di lorda di 20mila euro (più o meno 1300 euro al mese), l’aumento previsto sarà di circa 46 euro al mese lordi (al netto dell’Irpef 30 euro).

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La retribuzione di un professore con una buona anzianità corrisponde a circa 30mila euro annui lordi (1750 euro netti al mese). Con un taglio del 2 per cento, previsto per questa fascia e già adottato dal governo precedente, la crescita in busta paga sarà di 46 euro lordi, che al netto diventano circa 30 euro.

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Il programma del governo è arrivare al 5 per cento del taglio del cuneo fiscale nei prossimi, tuttavia con costi notevoli per le casse dello Stato. La riduzione dei contributi viene infatti compensata dagli interventi statali e quindi bisognerà tenere d’occhio l’andamento dei conti pubblici.

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