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Pensioni

Opzione donna 2023, inciderà davvero il numero di figli?

Ecco quali modifiche investiranno le modalità di accesso alla pensione anticipata dedicata alle lavoratrici. I dettagli

Opzione donna (Foto Adobe)

Il premier Giorgia Meloni ha recentemente presentato la manovra di bilancio che costituirà la bozza dell’imminente legge di bilancio, la quale traghetterà l’azione di governo nel quinquennio della legislatura. L’obiettivo del documento è uno e ben esplicitato: contrastare l’impoverimento delle famiglie italiane causato dagli incrementi delle bollette energetiche.

Ne deriverà che dal prossimo 1° gennaio saranno applicati due filoni di provvedimenti: il primo, relativo alla proroga di sei mesi sul distacco delle utenze nei confronti dei nuclei incapace di sostenere gli incrementi sulle fatture di luce e gas; il secondo, il rilascio di “bonus bollette” ad una platea ISEE più ampia, ma con particolari vantaggi per le famiglie numerose. La manovra non sarà a costo zero, anzi essa ha comportato la parallela revisione delle misure di sostegno come il Reddito di Cittadinanza, senza tralasciare il nodo pensioni. 

Opzione donna 2023, quali uscite in base al numero di figli?

Opzione donna (Foto Adobe)

Sul fronte pensionistico, il 1° gennaio 2023 rappresenta una data importante: appena il giorno prima scade definitivamente la Quota 102 (64 anni di età più 38 anni di contributi versati); e al suo posto, si attiva la Quota 103, la nuova misura provvisoria che prevede l’uscita dal lavoro all’età di 62 anni con 41 anni contributivi, elaborata per scongiurare il ripristino automatico dei requisiti di accesso regolati dalla Legge Fornero.

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In attesa di aprire il lunghissimo dibattito parlamentare, il quale dovrebbe accompagnare la stesura di un’articolata riforma pensionistica entro il 2024, la Quota 103 si appresta ad affiancare il sistema pensionistico di riferimento: la pensione di vecchiaia, raggiunta a 67 anni anagrafici e almeno 20 anni di contribuzione in possesso. Nonché le altre forme di pensione anticipata.

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Compresa la cosiddetta Opzione donna, relativa al congedo anticipato delle lavoratrici, che a sua volta, dall’inizio del prossimo anno vedrà l’introduzione che modificheranno le modalità di accesso al trattamento INPS. Il numero dei figli diviene fattore essenziale al calcolo contributivo per la donna che si appresta al congedo. L’età anagrafica contribuisce, in conclusione, a determinarne l’uscita: 58 anni, con almeno due figli; 59 anni e un solo figlio; 60 anni, se la lavoratrice non è madre. Il numero dei contributi continuerà ad ammontare a 35 anni.

Pubblicato da
Roberto Alciati