Pensionati all’estero: dove vivere bene con l’assegno italiano

Andare via dall’Italia e godersi il sogno di una vita lontano, pensionati all’estero per garantirsi più agio e serenità

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Pensionati all’estero (Foto Adobe)

Abbandonare la propria città e il proprio paese dopo un’intera vita a lavorare e risparmiare, sembrerebbe una scelta azzardata, soprattutto dopo una certa età. Ma il costo della vita, lo stress cittadino e l’incertezza per il futuro vanno cambiare opinione a molti. Anche in pensione si può sognare di cambiare vita.

Forse proprio in pensione è il momento di tentare un’altra strada. Al momento i pensionati italiani che hanno maturato la propria pensione versando interamente i propri contributi alle casse previdenziali italiane e che, arrivati ai limiti di età per la pensione, hanno deciso  di andare a vivere in un Paese estero sono poche migliaia, ma in costante crescita secondo i dati Inps.

Ecco quali sono le mete preferite per i pensionati all’estero

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Pensionati all’estero (Foto Adobe)

I Paesi preferiti per i pensionati italiani residenti all’estero sono essenzialmente europei e non troppo distanti dall’Italia. Si tratta di Portogallo, Malta, Cipro, Spagna, Romania, Croazia e Bulgaria. Le ragioni della scelta possono essere di tipo economico e logistico. Il costo della vita in questi paesi, soprattutto in centri lontani dalle capitali è inferiore all’italiano.

In Portogallo il costo medio della vita è inferiore del 26 per cento a quello italiano, a Cipro il 23 per cento, in Bulgaria addiruttura il 46 per cento. Alcuni di questi paesi poi per attrarre potenziali nuovi residenti applicano loro una politica fiscale molto vantaggiosa. In Portogallo i nuovi residenti per i primi 10 anni non pagano imposte.

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A Cipro l’aliquota d’imposta è solo del 5 per cento per i pensionati esteri residenti, mentre in Bulgaria l’esenzione non ha limiti di tempo ed è totale. Inoltre questi Paesi sono vicini e facilmente raggiungibili e garantiscono condizioni di vita buone anche con pensioni che in Italia sarebbero medie o addirittura basse.

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Certo vanno considerate la lingua e le abitudini, ma si parla di luoghi ospitali e dove l’adattamento è possibile. Le vere accortezze sono di organizzazione del trasferimento che deve prevedere la residenza completa, quindi anche fiscale all’estero, nel paese ospite e rispettare tutte le normative esistenti per la corretta procedura del trasferimento fiscale in un paese estero.