Aumenti, cambiamenti e soprattutto modifiche: ma cosa succederà nel nuovo anno a chi percepisce la pensione di reversibilità?
Ebbene sì, con l’inizio del nuovo anno, è finalmente arrivato il momento di parlare degli aumenti previsti per il 2023. Dopo settimane in cui queste notizie non facevano altro che aleggiare tra noi, adesso possiamo finalmente parlarne in modo concreto e scoprire cosa ci aspetta nello specifico nei prossimi mesi. In particolare, noi di PensioniOra abbiamo oggi deciso di concentrarci proprio sulla Pensione di Reversibilità.
Non è certo un mistero, d’altronde, che in questi mesi la popolazione italiana sia stata letteralmente messa in ginocchio da un’economia via via sempre più disastrosa, tragica e complessa. Se il Caro Bollette, a settembre, ci aveva messo in allerta, l’inflazione ormai sempre più insistente e presente in qualsiasi ambito del nostro quotidiano, ha senz’altro contribuito a peggiorare la situazione. Proprio per questo motivo, sono stati previsti tutta una serie di aumenti per andare incontro alla popolazione, come quello per la pensione di reversibilità.
Reversibilità, chi avrà l’aumento alla pensione
A dichiararlo, e dunque a renderlo ufficiale, è stato proprio un comunicato rilasciato dal sito ministeriale e dunque firmato dal ministro dell’economia e delle finanze, Giancarlo Giorgietti. Quest’ultimo, infatti, ha firmato il decreto che renderò ufficiale un aumento delle pensioni di circa il 7,3 per cento a partire dal mese di Gennaio del 2023. Questa variazione, nello specifico, sarà calcolata proprio su quello che è il peso dell’inflazione, e dunque su una verifica effettuata sugli indici dei prezzi rilasciata dall’Istat il 3 Novembre del 2022.
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Non tutti, però, potranno godere di questo aumento previsto per la pensione di reversibilità. In particolare, a rimanere esclusi, saranno tutte quelle prestazioni a carico delle assicurazioni facoltativo, ma anche l’indennizzo per cessazione di attività commerciali, quelle prestazioni a carattere assistenziale e le prestazioni di accompagnamento a pensione. Per finire, a rimanere escluse, saranno anche le pensioni di vecchiaia in accumulo.
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In conclusione, per gli assegni delle pensioni minime, è previsto un aumento di trentotto euro netti. Per chi invece percepisce mille euro, l’aumento sarà di settanta cinque. Cento euro per chi ha una pensione da duemila euro lordi, centoundici per chi percepisce duemila cinquecento lordi e per finire centocinquanta euro per chi percepisce quattro mila lordi.
