Pensioni ciechi parziali | Quanto si avrà nel 2023

Parliamo oggi del mondo delle pensioni e addentriamoci nel nuovo anno: ecco l’importo del 2023 per coloro che sono ciechi parziali

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Pensioni ciechi parziali (Foto Pixabay – PensioniOra)

Oggi ci soffermiamo su un argomento molto specifico: ovvero quello del divorzio e soprattutto di come funzionano le spese di gestione di questo procedimento. In particolare, cerchiamo di scoprire quali sono gli effettivi costi che permettono a una coppia di separarsi e a carico di chi sono. Per scoprirlo, non dovete fare altro che continuare a leggere insieme a noi di PensioniOra: ecco tutto quello che c’è da sapere.

Introdotto in Italia nel 1970, il divorzio è senza dubbio ancora presente come nel nostro Paese come un argomento scottante e soprattutto spinoso. A questa data, inoltre, va aggiunta quella del 2015, ovvero l’anno in cui invece è stato introdotto invece una versione più breve di questa pratica. Ma in cosa consiste? In poche parole, dal 2015, è stato deciso che per arrivare a una forma definitiva ci deve prima essere un periodo di separazione legale. Ma addentriamo in questo argomento e cerchiamo di capirne di più.

Ciechi Parziali, ecco l’importo delle pensioni

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Pensioni ciechi parziali (Foto Pixabay – PensioniOra)

Qualora la separazione in questione avvenga in modo consensuale, e dunque con l’accordo di tutte le parti coinvolte, allora le tempistiche appaiono molto più ridotte. In questo caso, infatti, si parla di soli sei mesi necessari dal pronunciamento della volontà di divorzio. Se, invece, la separazione è tipo giudiziale, allora le tempistiche interessate raddoppiano. Ma quali sono, invece, i costi previsti per questo procedimento? Continuate a leggere per scoprirli insieme a noi di PensioniOra.

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Per quanto riguarda il divorzio, infatti, questo prevede chiaramente dei costi per poter avviare le pratiche e soprattutto per far sì che il procedimento vada avanti e si concluda. Le somme, dunque, possono andare da un minimo di trecento quattrocento euro, ma possono raggiungere anche un massimo di cinque mila euro. Questo, chiaramente, riguarda le casistiche in cui la coppia interessata decida di rivolgersi a un avvocato specializzato per poter seguire il proprio caso.

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Le leggi attualmente in vigore, però, permettono di scegliere anche un’altra via. Ovvero un’opzione in cui i coniugi decidono di non avvalersi del lavoro e dell’aiuto di un avvocato per il proprio divorzio. In questo caso, dunque, i costi necessari si abbassano notevolmente e la spesa può aggirarsi anche solo intorno ai sedici euro minimi. O, al massimo, di un contributo di quarantatré euro che andranno a sommarsi ai costi necessari per i documenti richiesti. Altro aspetto che non si può sottovalutare, inoltre, è che senza dubbio la separazione di tipo consensuale appare sin da subito molto più economica. Per finire, qualora la separazione non avvenga del tutto in modo pacifico e dunque si arrivi in tribunale, allora a dover pagare le spese sarà interamente il coniuge che perderà la causa.

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