I motivi leciti per cui l’azienda può licenziarti

Può capitare che l’azienda licenzi un dipendente, uno dei momenti più difficili della sua carriera professionale, in quali casi accade

licenziamento cause
Licenziamento (Foto Adobe – pensioniora.it)

Nella carriera professionale di un dipendente, il licenziamento assume i caratteri di un avvenimento drammatico in un periodo come questo contrassegnato da una scarsa mobilità sociale e da un’oggettiva difficoltà a trovare nuove collocazioni produttive. Purtroppo in questi tempi i licenziamenti sono frequenti in tutti i settori dal mondo impiegatizio a quello manifatturiero.

Il licenziamento diventa quindi un episodio molto spiacevole nella vita personale e lavorativa che trova le sue radici spesso nella situazione economica ma talvolta anche in altri fattori legati a comportamenti e rapporti nell’azienda. Comunque le procedure di licenziamento devono seguire attentamente le norme di legge senza possibilità di deroga.

Quando un’azienda può licenziare

licenziamento cause
Licenziamento (Foto Adobe – pensioniora.it)

Il licenziamento è regolato tra l’altro dal diritto civile con norme e casistica dettagliate. Può essere individuale, quando coinvolge un solo lavoratore o individuale plurimo se ne coinvolge diversi. In caso nasca dalla scelta del dipendente si parla di dimissioni. ma quali sono le giustificazioni per un licenziamento?

Un licenziamento per giusta causa avviene per gravi e rilevanti comportamenti disciplinari che rendono impossibile la continuazione del rapporto di lavoro venendo meno la fiducia del datore di lavoro nei confronti del dipendente. I motivi più frequenti di licenziamento per giusta causa sono falso infortunio e falsa malattia di un dipendente, la falsa timbratura del cartellino, la sottrazione di beni all’azienda durante il servizio, l’insubordinazione. Ma l’elenco continua.

Il licenziamento per giusta causa non fa confuso con quello per giustificato motivo soggettivo che si verifica per inadempienze notevoli degli obblighi contrattuali del dipendente. Si tratta quindi di inosservanze che però rendono impossibile la continuazione del rapporto di lavoro, per esempio mancato rispetto delle direttive aziendali, assenze ingiustificate, negligenza, scarso rendimento, divulgazione di atti aziendali.

Leggi anche: Mascherine obbligatoria fino al 30 aprile | Ecco dove

Esiste infine il licenziamento giustificato motivo oggettivo dovuti a motivi non causati dal singolo lavoratore ma da condizioni economiche non favorevoli per l’azienda o per motivazioni tecniche e produttive. In questi casi l’azienda ha l’obbligo di verificare se i dipendenti possano essere ricollocati in altri settori prima del licenziamento, per mantenere i livelli occupazionali.

Leggi anche: Addio fila alle Poste | Come prenotare ticket on line

Ma la chiusura di un reparto, l’esternalizzazione di un servizio, l’introduzione di nuove tecnologie che richiedono meno personale o anche il cattivo andamento economico dell’azienda, per esempio, sono cause per il licenziamento con giustificato motivo oggettivo e la cessazione del contratto di lavoro.