Pensioni minime a 1.000€? | Cosa c’è da aspettarsi

Da diverso tempo si discute sulla possibilità di innalzare le pensioni minime a 1.000 euro: cosa potrebbe accadere nei prossimi giorni

le pensioni minime saliranno a 1000 euro?
pensione (Adobe stock – pensioniora.it)

Il Governo Meloni ha apportato tantissime novità in tema di pensioni, come ad esempio, la possibilità di poterne godere in anticipo, soltanto per l’anno 2023. Nel dettaglio, chi ha compiuto 62 anni di età ed ha maturato almeno 41 anni di contributi potrà andare già in pensione. Si ricorda che per la “Quota 102” bisognava, invece, avere un’età anagrafica di almeno 64 anni e un’anzianità contributiva minima di 38 anni.

Inoltre, altro importante cambiamento riguarda la rivalutazione degli assegni pensionistici. Proprio a gennaio 2023, infatti, l’Inps ha già provveduto a versare i nuovi importi con i relativi aumenti per le pensioni pari a 4 volte il minimo (2.101,52 euro). Invece, per gli altri aventi diritto si dovrà attendere a marzo 2023, così come precisato dell’ente stesso.

Pensioni minime a 1.000 euro: quali sono le prossime mosse del Governo

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pensione (Adobe stock – pensioniora.it)

In molti si chiedono se una delle misure prossimamente messe in campo dal Governo sarà quella di innalzare le pensioni minime a 1.000 euro. Tale proposta, infatti, ha rappresentato uno dei punti di forza della campagna elettorale promossa da Forza Italia. Si precisa, però, che, nella nuova manovra, la maggioranza ha già innalzato l’assegno pensionistico base a 600 euro per gli over 75. Dunque, un ulteriore aumento degli importo comporterebbe, senza dubbio, altro capitale da investire. Di conseguenza, è difficile che la Premier Meloni intende investire gran parte delle risorse disponibili in tal modo.

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Tra l’altro, il presidente del centro studi e ricerche Itinerari Previdenziali, Alberto Brambilla, ritiene che l’innalzamento delle pensioni a 1.000 euro rappresenti un progetto sostanzialmente irrealizzabile. Questo perché si tratterebbe di un’iniziativa che costerebbe circa 27 miliardi l’anno allo Stato.

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Mentre, secondo Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro, l’esecutivo agirà in modo completamente diverso. Il politico ritiene, infatti, che, con ogni probabilità, la maggioranza punterà ad attuare una riforma delle pensioni che dia vita ad un “criterio di flessibilità universale”. L’obiettivo sarà quello di mandare prima in pensione soprattutto i giovani, le donne e gli occupati in lavori gravosi.