Sorpresa RdC, tagli pesanti: cosa sta succedendo

Molti percettori del Reddito di Cittadinanza hanno avuto una brutta notizia: l’accredito di gennaio ha subito tagli molto pesanti

reddito cittadinanza
tagli reddito cittadinanza (Foto Adobe-pensioni.it)

Il Reddito di Cittadinanza per il 2023 ha subito delle importanti modifiche volute dal governo Meloni. La premier, già dai tempi della campagna elettorale aveva dichiarato che, in caso di salita al potere, avrebbe cambiato drasticamente la misura introdotta nel 2019 dal governo Conte.

Con la vittoria di Fratelli d’Italia alle scorse elezioni di settembre 2022 il RdC è stato dunque drasticamente modificato per il 2023 e sarà totalmente abolito a partire dal 2024 per lasciare spazio ad altre forme di sostegno al reddito. Nel 2023 ricevono dunque il RdC per soli 7 mesi senza possibilità di rinnovo tutti coloro che sono occupabili ed abili al lavoro ma, queste persone, hanno anche avuto dei tagli pesanti sulla ricarica.

Reddito di Cittadinanza, tagli fino a 500 euro: il motivo

reddito cittadinanza
tagli reddito cittadinanza (Foto Adobe-pensioni.it)

Molti percettori del Reddito di Cittadinanza hanno avuto una brutta sorpresa sulla ricarica del primo mese del 2023. Molti hanno addirittura ricevuto dei tagli importanti che hanno raggiunto le 500 euro. Ma perché in molti hanno ricevuto questo taglio importante sulla ricarica del RdC dal momento che non si tratta di conguagli?

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Il motivo del taglio è causato dal nuovo importo che spetta a chi ha presentato l’ISEE Ordinario in luogo dell’ISEE corrente. Detto in altre parole fino alla fine di dicembre l’importo del Reddito di Cittadinanza era commisurato in base all’ISEE corrente. Questo tipo di ISEE si presenta quando c’è una variazione rilevante della situazione reddituale.

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Tale variazione riguarda il reddito da lavoro dipendente, pensione, redditi assimilati; redditi derivanti da attività d’impresa o di lavoro autonomo; trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari. L’ISEE corrente è richiedibile a partire dal 1° gennaio e fino al 31 marzo di ogni anno e solo in seguito alla variazione della situazione reddituale complessiva del nucleo familiare, superiore al 25% rispetto a quella individuata nell’ISEE ordinario dello stesso anno.

L’ISEE corrente, poi, può essere presentato anche nel caso in cui ci sia una variazione di tipo patrimoniale e superiore del 20% rispetto a quella indicata e calcolata nella ISEE Ordinario. In questo caso l’ISEE corrente va richiesto dal 1° aprile e fino al 31 dicembre di ogni anno. La variazione, dunque riguarda proprio chi non ha presentato l’ISEE corrente.

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