Come conoscere la scadenza di un tuo buono fruttifero

Ecco quali strumenti ha a disposizione il titolare per evitare il grosso rischio di non poter ritirare la somma investita. I dettagli

quando scade un buono postale
Buono fruttifero (Foto Adobe – pensioniora.it)

Come hanno dimostrato i riflessi storici manifestati lungo tutto il precedente anno, la crisi dell’energia si è tradotta ben presto nella ennesima crisi economica fiorita sul terreno fertile delle criticità che caratterizzano i sistemi monetari dei Paesi del vecchio continente. Dunque, è stato inevitabile il passaggio dalla contesa del gas alla tenuta dell’inflazione. Quest’ultima, infatti, dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina, si è convertita, da unità di misura della crescita del PIL dopo lo stop da Covid, ad elemento virulento dei bilanci domestici delle famiglie.

Le esigenze familiari che hanno risentito di tali condizioni contestuali sono da rilevare anche nei desideri e nei progetti di un nuovo nucleo in nuce. Si parla di un progetto fisiologico come l’acquisto di una casa; di conseguenza, nella questione entra altresì il pungente tema della richiesta dei mutui presso gli istituti bancari. Con il rialzo dei tassi di interesse, deciso dalla Banca Centrale Europea, la ricerca dei finanziamenti ha subito una voragine colmata dalla ricerca degli affitti.

Ecco come capire quando scadono i propri buoni fruttiferi

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Poste Italiane (Foto Adobe – pensioniora.it)

Come è noto, l’inflazione rappresenta uno strano fenomeno caratterizzato da elemeti negativi e al contempo positivi. Dopo aver visto gli aspetti meno accomodanti, i margini inflazionistici tollerabili sono sotto gli occhi di tutti, specialmente dei pensionati. Ai relativi cedolini delle pensioni INPS, dallo scorso mese di ottobre si è generato un rilevante adeguamento ISTAT, che ha portato ad un incremento complessivo – include le tranche di rivalutazione – pari al 10 per cento.

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I tassi di interesse, sottoposti all’attuale crescita programmata, sono anche un utile appoggio per gli investimenti dei propri risparmi. Basta osservare gli strumenti di investimento forniti da Poste Italiane per averne una dimostrazione: osservando gli “storici” buoni fruttiferi, si può aderire ad un rendimento di media durata che tocca il 3 per cento del Buono 4×4, o il 4,50 per cento per la lunga durata dei Buoni minori.

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La lunga giacenza della somma impegnata fa sì che alcuni buoni vengano completamente dimenticati dai propri titolari. Dalla data del 27 dicembre 2000, i buoni fruttiferi hanno una scadenza ventennale, e non più trentennale. Per conoscere però la data di scadenza di un buono è utile, in tal senso, consultare il sito delle Poste, accedendo al proprio profilo dedicato, ed interrogare i dati relativi al buono nella sezione Portafoglio Buoni. Dalla data di scadenza, oltre che il titolo non produce più interessi, dopo dieci anni avviene la prescrizione e non sarà possibile recuperare la somma con un eventuale ricorso.

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