Novità assegno unico 2023 per i genitori divorziati

L’Assegno Unico è erogato anche in caso di genitori divorziati: ma in che modo? Ecco quali sono le novità per il 2023

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assegno unico genitori divorziati (Foto Adobe-pensioni.it)

Il Governo Meloni ha prorogato anche per il 2023 l’Assegno Unico, la misura introdotta dal Governo Draghi per aiutare le famiglie con figli a carico fino a 21 anni e senza limiti di età nel caso di figli con una qualche disabilità. Inoltre il nuovo Governo ha introdotto delle maggiorazioni per figli disabili e nel caso in cui entrambi i genitori sono lavoratori.

L’importo dell’Assegno, lo ricordiamo, è accreditato direttamente sull’IBAN di chi ne ha fatto domanda e il suo importo varia a seconda dell’ISEE. L’AU può però essere richiesto anche senza presentare l’ISEE ma, in questo caso, si avrà diritto all‘importo minimo di 50 euro a figlio. Ma cosa accade invece per i genitori divorziati?

Assegno Unico e genitori divorziati: le nuove regole

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assegno unico genitori divorziati (Foto Adobe-pensioni.it)

Nel caso di genitori divorziati la legge prevede che l’importo dell’Assegno Unico sia diviso al 50% tra i due genitori nel caso di affidamento condiviso del figlio. Al contrario sarà erogato al 100% ad un unico genitore nel caso di affidamento esclusivo dopo la separazione. In caso si affidamento condiviso, quindi, sull’IBAN di entrambi i genitori sarà inviata l’esatta metà dell’importo dell’Assegno Unico.

Se invece il giudice ha deciso per l’affidamento esclusivo ad uno solo dei genitori allora il pagamento dell’AU per figli viene effettuato interamente nei confronti genitore richiedente che convive con il minore. In questo caso, quindi, il genitore richiedente può chiedere di ricevere 100% dell’importo spettante di AU.

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Anche nel caso di genitori separati, l’AU si calcola in base all’ISEE del nucleo familiare del figlio beneficiario e considerando età dei figli a carico e gli altri criteri previsti per la determinazione dell’importo spettante. La somma complessiva è costituita da una quota variabile modulata in modo progressivo e da una quota a titolo di maggiorazioni.

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La quota variabile va da un massimo di 175 euro per ogni figlio minore con ISEE fino a 15 mila euro, a un minimo di 50 euro per ogni figlio minore in assenza di ISEE o con ISEE pari o superiore a 40mila euro. Sono previste maggiorazioni nei casi di nuclei numerosi; madri di età inferiore a 21 anni; nuclei con quattro o più figli, genitori entrambi titolari di reddito da lavoro e figli affetti da disabilità.

La quota a titolo di maggiorazioni è invece stata introdotta per compensare l’eventuale perdita economica subita dal nucleo familiare, se l’importo dell’Assegno dovesse risultare inferiore a quello che deriva dalla somma dei valori teorici dell’Assegno al Nucleo Familiare e delle detrazioni fiscali medie percepite precedentemente.

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