Ecco cosa rischi se smetti di pagare il Canone Rai

In molti si chiedono cosa può succedere se si smette di pagare il Canone Rai: ecco tutto quello che c’è da sapere sulla questione

Canone Rai: cosa succede se non lo si paga
Canone Rai (Rai.it – Pensioniora.it)

È da luglio del 2016 che il Canone Rai è stato introdotto in bolletta, con rate da 9 euro ciascuna conteggiate da gennaio ad ottobre. Questa modalità è stata spesso criticata da molti italiani, i quali si rifiutano di pagarlo. Il centrodestra, salito al governo nel corso delle elezioni di settembre 2022, aveva promesso di farlo uscire dalla bolletta.

In particolare era stato il leader della Lega, Matteo Salvini, a farne elemento di campagna elettorale. A fine dicembre, poi, l’annuncio del ministro Giorgetti sulla permanenza del canone nella bolletta aveva fatto storcere il naso a molti elettori, sfiduciati dalle mancate promesse. Lo stesso, però, pochi giorni fa ha rivelato che dal 2024 il Canone Rai uscirà ufficialmente fuori. Questo sta causando timore tra i dirigenti della tv di stato, per il possibile aumento dell’evasione della tassa e il rischio di mancanti introiti vitali per le casse.

Cosa succede se si smette di pagare il Canone Rai

Canone Rai: cosa succede se non lo si paga
Antenna di trasmissione (Adobe Stock – Pensioniora.it)

Che il Canone sia in bolletta o meno, se non lo si paga, essendo una tassa statale, si incorre nell’evasione fiscale. Inoltre, per chiarire, si tratta di una tassa sul possesso e non sulla fruizione, quindi anche avere una tv sempre spenta obbliga a pagare. Dunque, per andare nel concreto, gli evasori finiscono nel mirino dell’Agenzia delle Entrate che poi può chiedere, oltre al pagamento, arretrati, interessi e sanzioni. La prescrizione non è nemmeno così tanto breve, infatti scatta dopo 10 anni.

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Inoltre, nel caso in cui una persona abbia dichiarato falsamente di non possedere apparecchi tv, subisce anche una denuncia da parte dell’Agenzia. I controlli avvengono o con la modalità a campione o a seguito di un incrocio di dati risultati anomali. In questo caso il procedimento non è semplice, perché la GdF poi, per fare i dovuti accertamenti presso l’abitazione, deve avere prima un permesso dal giudice.

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