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Tasse

Debiti non pagati: in questi casi si rischia il carcere

In Italia chi ha debiti con privati o con il Fisco non rischia il carcere tranne che in una specifica situazione: ecco qual è 

carcere per debiti non pagati (Foto Adobe-pensioni.it)

Avere dei debiti non è mai una cosa piacevole, siano questi contratti con una persona privata o con un’ente come l’Agenzia delle Entrate e dunque con il Fisco. Di questi tempi, poi, contrassegnati dalla crisi economica, dall’inflazione e dal caro bollette, contrarre un debito e non riuscire a pagare le somme dovute capita spesso.

Chi non riesce a pagare un debito rischia il pignoramento dei beni sia mobili che immobili, dello stipendio, della pensione o del conto corrente nella misura di un quinto. In genere chi non riesce a pagare i debiti non rischia il carcere ma ci sono dei casi ben precisi in cui si può andare incontro anche a questa eventualità.

Debiti non pagati: in questo caso si rischia il carcere

carcere per debiti non pagati (Foto Adobe-pensioni.it)

Quando non si pagano dei debiti nei confronti dello Stato la Legge prevede un lasso di tempo entro il quale l’obbligazione si estingue: la prescrizione. Generalmente la prescrizione va dai 10 ai 5 anni e, trascorso questo termine per il debitore insolvente non ci saranno conseguenze.

Nel caso in cui, invece, si è nullatenenti, il creditore non potrà procedere al pignoramento dei beni. In questo caso, però, il creditore può tentare un’azione di riscossione in un momento successivo, per verificare se lo stato patrimoniale del nullatenente sia cambiato. Nel caso in cui il debitore non è nullatenente, allora si procede al pignoramento dei beni.

Come detto, in Italia non è previsto il carcere per chi non paga i debiti, nemmeno se il creditore è l’Agenzia delle Entrate. Nel nostro ordinamento chi non paga i creditori commette un inadempimento contrattuale e non un reato, e per questo non ci sono conseguenze penali. Le cose cambiano nel caso in cui i debiti vengano contratti tramite condotte fraudolente come le ipotesi di truffa e insolvenza fraudolenta.

Dunque, secondo il nostro ordinamento, “chiunque, dissimulando il proprio stato d’insolvenza, contrae un’obbligazione col proposito di non adempierla è punito, a querela della persona offesa, qualora l’obbligazione non sia adempiuta, con la reclusione fino a due anni o con la multa fino a euro. L’adempimento dell’obbligazione avvenuto prima della condanna estingue il reato”.

Quindi solo in caso di comportamenti dolosi e quindi intenzionali, si può arrivare ad un processo penale con conseguente condanna, mentre non ci saranno conseguenze sanzionatorie di tipo penale se il debitore non ha pagato i debiti per ragioni di impossibilità economica.

Pubblicato da
Ramona Buonocore