Cambio fornitore, cosa rischi se non paghi l’ultima bolletta

Non pagare l’ultima bolletta dell’utenza domestica e cambiare fornitore ecco che cosa succede in questo caso

bollette non pagate
Bolletta (Foto Adobe – pensioniora.it)

Può capitare per scelta o per necessità di trovarsi in stato di morosità nei confronti di un fornitore di servizi energetici, gas e luce per interderci. Per morosità si intende una condizione che scatta quando non si paga una bolletta alla data di scadenza. In questo caso il fornitore invia una comunicazione con l’invito a saldare il dovuto.

Se non si effettua il pagamento, il fornitore è tenuto a spedire al cliente una raccomandata dove viene chiarito il termine ultimo di versamento, pena la sospensione della fornitura. Per la norma, questo termine deve essere superiore a 20 giorni dall’emissione della raccomandata, come pure superiore a 15 giorni dal suo invio. Allo scedere di questi 15 giorni la fornitura viene sospesa.

Bolletta non versata e cambio di fornitore è possibile?

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Bolletta (Foto Adobe – pensioniora.it)

Questa breve descrizione serve a inquadrare la condizioni di chi non paga la fornitura dell’utenza. In apparenza la soluzione alla morosità potrebbe essere il cambio di gestore senza comunicare la condizione di morosità al nuovo fornitore. Questo atteggiamento veniva definito turismo energetico.

Ma dal 2010 con l’introduzione del Sistema Informativo Integrato (SII), attivo dal 2016, le aziende fornitrici di energia possono conoscere tutti i dati relativi ai contatori attivi. In particolare i fornitori conoscono:

  • i dati tecnici di ogni contratto sottoscritto;
  • i dettagli tecnici sulle forniture in essere;
  • i dati anagrafici degli intestatari delle utenze.

Il risultato è che il nuovo fornitore sa in anticipo, se il nuovo cliente ha delle bollette in sospeso e può decidere di non attivare il contratto. Quindi fino al momento che non si saldano tutti i pregressi, è quasi impossibile cambiare fornitore e attivare un nuovo contratto a proprio nome. Inoltre anche se si cambiasse fornitore, l’azienda in credito potrebbe sfruttare il corrispettivo di morosità (CMOR).

Questo meccanismo è stato introdotto dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera) proprio per impedire il turismo energetico. Il meccanismo è molto semplice, il nuovo fornitore, a nome del vecchio, addebita in fattura al cliente moroso una cifra da pagare per coprire le bollette non saldate, con una stima media dei consumi effettuati nei mesi di insoluto, in corrispondenza della dicitura “Altre voci non comprese nella bolletta”.

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